Bad Religion - Suffer (lacolonnasonoradellatuavita#14)

(English Version @ the bottom)

Cosa succede quando la disperazione ed il logorio di tutti i giorni non lasciano alternative al ribellarsi, se non quella di lasciarsi andare nel totale nichilismo perdendo noi stessi?

Questo “Suffer” è la risposta che, notte tempo, hanno dato i miei amati Bad Religion in un lontano 1988 in cui, a quanto pare, Los Angeles era un girone infernale ben peggiore di quello che è oggi, per certi aspetti.

Ed in questo contesto fra l’infernale ed il distopico, evidentemente, l’alternativa era restare ed accettare la sfida. Quale sfida? Semplice. Il rifiuto di un sistema sbagliato, che ancora una volta voleva tutti zitti, chinati in avanti e sedati nell’omogeneità dei canoni imposti da una società che premiava la mediocrità dell’essere tutti uguali e puniva i gruppi sociali eterogenei e che la pensavano fuori dagli schemi.

E così, Greg e compagni decidevano di caricarsi sulle spalle, magari inconsapevolmente, il peso e la responsabilità di un cambiamento così difficile ed ingombrante che avrebbe, negli anni a seguire, aperto gli occhi di milioni di esseri umani.

Questo “Suffer” è, a tutti gli effetti, la prima scintilla che incendiò gli animi di quelle persone. Già in quell’88, in cui un disco del genere non fu mai pensato per entrare nelle top ten, la sua uscita servì a scardinare i canoni classici di due generi (Punk e hard core) portando alla vita quella new wave che avrebbe successivamente portato atri gruppi dopo di loro a sdoganare il genere e a farlo ascoltare ad un numero sempre maggiore di fruitori.

Ma non fu quello il vero merito che attribuirei a questo “Suffer”; il solo citarlo come fonte di ispirazione e vento di cambiamento per la musica mondiale, benchè di tutto rispetto, sarebbe decisamente riduttivo per un disco così.

A questo punto, a forgiare quello che negli anni a seguire sarebbe diventato il “Punk hard core Californiano” per le sue sonorità tipiche di questa band, quello che i Bad Religion avranno sempre come merito indiscusso sarà la qualità dei loro messaggi. E fra il dissenso di una “You are – the goverment” e il rifiuto del sistema meritocratico (a prescindere che lo si ami o lo si odi) di una “How much is enough?” o di una “the land of competition”, ecco nascere sotto ai nostri occhi stupefatti la nuova istituzione, la nuova voce fuori dal coro che dà fastidio a tutti ma che tutti alla fine vogliono ascoltare a prescindere dalle proprie idee.

Qui le parole non sono solo più rime, a questo punto diventano prospettive. Inno per molti di noi a non mollare, ad accettare la sfida a nostra volta, loro eterno testimone da passare alle generazione future. Perché non è un mondo semplice, quello che ci mostrano i Bad Religion, ma a quel punto il messaggio è troppo forte e ben confezionato di fronte alle moltitudini che già qualche anno dopo a questo LP saranno ammaliati, conquistati e rapiti per la filosofia abbracciata dalla band. Combattere o diventare uno di loro, Restare ed accettare i rischi o fuggire via (ma dove? Dove loro non ci troveranno? E fino a quando? Fino a che i loro centri commerciali arriveranno a trovarci ovunque andremo?)

Questo “Suffer” è stato davvero un punto di svolta. Lo è stato  per me, fornendomi risposte sulla mia natura e sul mondo che mi circondava negli anni a venire. Monito pesante a fare la mia parte e a saper ascoltare chi, come me, riesce a non essere fagocitato da chi spera che, prima o poi chineremo il capo.


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ENGLISH VERSION

What happens when the desperation and weariness of every day leaves no alternative to rebelling, if not to let go in total nihilism by losing ourselves?



This "Suffer" is the answer that my beloved Bad Religion gave us in the distant 1988 when, apparently, Los Angeles was a hellish circle far worse than it is today, in some respects.



And in this context between the infernal and the dystopian, evidently, the alternative was to stay and accept the challenge. What challenge? Simple. The rejection of a wrong system, which once again wanted everyone silent, leaning forward and sedated in the homogeneity of the standards imposed by a society that rewarded the mediocrity of being all equal and punished the heterogeneous social groups that thought it out of the schemes.



And so, Greg and his companions decided to load on their shoulders, perhaps unconsciously, the weight and the responsibility of a change so difficult and cumbersome that it would have, in the following years, opened the eyes of millions of human beings.



This "Suffer" is, to all intents and purposes, the first spark that set fire to the minds of those people. Already in that 88, in which a disk of the genre was never thought to enter the top ten, its release served to unhinge the classical canons of two genres (Punk and hard core) bringing to life that new wave that would later bring other groups after them to clear the genre and have it heard by an increasing number of users.

But that was not the real merit I would attribute to this "Suffer"; the only mention of it as a source of inspiration and a wind of change for world music, though highly respected, would definitely be an understatement for such a record.



At this point, to forge what in the following years would become the "Californian hard core Punk" for its typical sounds of this band, what Bad Religion will always have as undisputed merit will be the quality of their messages. And between the dissent of a "You are - the goverment" and the rejection of the merit system (regardless of whether you love it or hate it) of a "How much is enough?" Or a "the land of competition", here is born the new institution under our astonished eyes, the new voice out of the chorus that annoys everyone but that everyone wants to hear in the end regardless of their ideas.



Here words are not only rhymes, at this point they become perspectives. Hymn for many of us not to give up, to accept the challenge in our turn, their eternal witness to pass to future generations. Because it is not a simple world, what Bad Religion shows us, but at that point the message is too strong and well packaged in front of the multitudes that a few years later to this LP will be bewitched, conquered and captivated by the philosophy embraced by the band. Fighting or becoming one of them, Staying and accepting risks or running away (but where? Where will they not find us? And until when will their malls find us wherever we go?)



This "Suffer" was really a turning point. It was for me, giving me answers about my nature and the world around me in the years to come. Heavy warning to do my part and to know how to listen to those who, like me, manage not to be swallowed up by those who hope that sooner or later we will bow our heads.



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