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Visualizzazione dei post con l'etichetta azione

The Liberator (il meglio di netflix secondo te #12)

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  Alzi la mano chi crede ancora nell’amor di patria. Mi pare di vedervi tutti, ora: risate e pernacchie dalle ultime file, mirini puntati dalle prime. Ridete (ma pagate il biglietto) o prendete bene la mira, perché poi risponderò al fuoco, e io ci vedo molto bene! Ma vi prego, a parte il solito inizio da analfabeta trgolodita quale sono, fate un favore a tutti e chiedetevelo davvero. E chiedetevi il perché lo siete, sempre davvero. 

Ghost in the shell

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Ciao Stefano, Ti sto immaginando li in panciolle seduto chissà dove mentre stai gongolando per quello che già sai avrò da dirti. Forse già lo sapevi ad agosto scorso, quando mi dicevi che questo “Ghost in the Shell” secondo te andava visto, mentre in una delle nostre passeggiate distopiche al faro ci raccontavamo i cosiddetti fatti della vita… Ma eccoci qui. Oggi. Con me un po’ più vecchio e stanco, tu li seduto chissà dove con quel tuo sorriso da “te lo avevo detto, coglione”.

V for vendetta

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Partiamo dalla routine. Ma oh, senza spoilerare niente! Perchè è della routine che ognuno di noi, in svariate proporzioni, ha bisogno. Prendi te, ad esempio. Ti svegli, fai i tuoi esercizi, prepari la colazione a moglie e figlio, e mentre sorseggi un caffè davanti ad una puntata di scrubs la tua giornata inizia. La ripetizione ciclica degli avvenimenti ogni giorno ti da un senso alle cose. E ti fa stare tranquillo. La gente è tranquilla, sa cosa deve fare ed è tranquilla. Quando togli questa tranquillitá alla gente, peró, puó accadere l'impensabile. Lo strano, il diverso rispetto alla quotidianitá del consueto è una potenziale minaccia. E nel futuro fantapolitico e nemmeno tanto distante dalla realtá di questo film qua questo succede. Lo sa il protagonista,V, antieroe atipico che questa storia pone al centro di una tematica tanto controversa quanto intrigante ed attuale; il potere esercitato dai governi nel volerci tutti uguali, tranquilli con la nostra routine. Ed a

Gunny

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C'è una cosa che hai sempre pensato di Clint Eastwood attore, ed è che nella sua carriera ha sempre avuto quattro espressioni base; con il cappello e senza il cappello (per i western) con gli occhiali e senza gli occhiali (Dirty Harry). In questo “Gunny” qua invece, lui ha un’espressione nuova: indossa la stupida militare e la crema mimetica in viso. Fatta questa doverosa introduzione, Questo film precorreva di un solo anno Il gloriosissimo Full Metal Jacket di kubrik, film che poi oscurò la fama del sopra citato film. Ma questa è un’altra storia. Paragonare questi due film è, per molti aspetti impensabile. Il nome di Kubrik è, in ogni cosa che fa, già sinonimo di “brutti-idioti-questo-è-un-mio-film-guardatelo”, ed essendo un regista non c’è partita. Forse lo ha capito Eastwood qualche anno più tardi quando si è messo dietro alla macchina da presa e ha sfornato dei capolavori dagli altissimi contenuti e dall’ineccepibile qualità. Cosa è quindi questo Gunny e