Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta film

La regina degli scacchi (il meglio di netflix secondo te #11)

Immagine
  L'ennesimo manifesto femminista sul potere delle donne? Una storia di rivincita sociale in cui gli esclusi (l'esclusa) alla fine la spuntano credendo profondamente in sè stessi? O ancora, l'ennesimo bull's eye messo a segno da mamma netflix?

Requiem for a dream

Immagine
Ho sempre amato l'alternarsi delle stagioni. Ognuna ha un suo fascino particolare. L'estate della vita inneggiante a sè stessa. l'Autunno del suo colorato declino. L'inverno del bianco silenzio; e  ho sempre adorato chi sceglie le stagioni come struttura narrativa, si tratti di un film, un libro, un fumetto, un videogioco.

Quando il giocattolo si rompe

Immagine
Role models è una storia edulcorata di bambini abbandonati. Un tentativo di due poveri sbandati e fannulloni che, mettendo il loro culo nelle pedate, si trovano a scontare una pena facendo un lavoro socialmente utile per una associazione non-profit che li affianca a due di questi bambini. E se all’edulcorata e patinata comicità emmerigana si ride spesso e volentieri di fronte a questi 101 minuti girati da David Wain (regista ed attore di gran carriera) la verità che io personalmente ho colto è tutt’altra. Mi è capitato di pensare, in questi anni, a situazioni troppo difficili, variegate e complicate fra loro: ad esempio, nelle famiglie di cui ho fatto parte nel ruolo di papà, educatore, amico, cacciatore di zombies, bersaglio mobile e caposquadra di scorribande nerf, e UDITE UDITE, come adulto. La verità dietro a questo “Role Models”, senza che si debba leggerlo troppo fra le righe, è che, ad un certo punto della nostra vita, tutti cresciamo (Ma vaaaa?). Assumersi d

Povera Sarah!

Immagine
Alcuni dicono che il destino di ognuno di noi sia già segnato. Cosa ne penso? Che l’essere fatalisti non sia del tutto negativo. Ne parlavo giusto l’altro giorno con un’amica che non vedevo da un ventordicilione di anni; Se uno è fatalista, questo non implica che automaticamente debba rassegnarsi passivamente al destino che è già scritto per lui.

Il pianeta verde

Immagine
Se penso al cinema francese la prima cosa che mi viene in mente è “il tempo delle mele”, vuoi forse perché è il primo film francese che ho visto in vita mia, vuoi perché, essendo collegato agli anni in cui scoprivo le ragazze era palestra di vita per quanto riguarda balli lenti, feste delle medie con il bicchiere con il mio nome, primi limoni e via dicendo.

Evergreen notturno protonico scritto come se avessi sei anni.

Immagine
Da bambino ero a casa del Matteo, dove non si mangiava mai a pasto. C’eravamo io, il Matteo ed una dispensa che quando la aprivi sembrava un portale interdimensionale da dove cadevano scatole ammassate di girelle motta, macine del mulino, cioccorì e caramelle Rossana. Strana dieta, a casa del Matteo.

Juno (gli scelti da voi)

Immagine
Benvenuti ad un’altra parentesi difficile della mia esistenza. Prego siorre e siorri, pagate il biglietto, per le prenotazioni sull’internet a questa puntata di “mettere le pedate nel culo quando la vita va così bene” arrivate venti minuti prima per la conferma, grazie. Non tutti sanno che, più di qualche anno fa ci sarebbe stata la possibilità che diventassi papà ben prima di quelli che erano i miei programmi (Leggesi: non avevo programmi in merito).  In quegli anni (era il 2001) era tutto così distante dal volere un figlio che non avevo mai riflettuto sul cosa sarebbe stato trovarmici. E le premesse che faccio abbattendo ogni forma di ipocrisia, furono che nella mia frequentazione del tempo non c’erano nemmeno i presupposti per pensare ad una cosa del genere. Lo ammetto. Non ero pronto ad avere un figlio. Non che poi uno sia veramente pronto, anche quando lo cerca. Ma sicuramente in quello scenario non so che avrei combinato e cosa sarebbe successo davvero. E questo re

Una vacanza inaspettata

Immagine
Avevo nove anni, quando, una mattina di aprile, la nostra maestra ci mandò a casa dieci minuti dopo il suono della campanella. In quei dieci minuti, ci raccontò velocemente che, da qualche parte, in Europa, era esplosa una centrale nucleare e che, le nostre vite, anche se minimamente, potevano essere in pericolo; parlava di aria ed acqua inquinate, e che le generazioni future avrebbero potuto, in qualche maniera, risentirne. 

Eyes wide shut (accadde oggi#7)

Immagine
Ferma tutto! oggi nasceva la Kidman, quale migliore occasione per sbattere la contessa come immagine principale della postata e dimostrare la tua avvalorata tesi che andavi snocciolando ieri con una tua amica al bar in base alla quale, una postata con un'immagine di calcio o di donne desnude incrementeranno i click sul questo blog?

In caso di zombie #1

Immagine
Ben arrivati a questa nuova rubrica nonchè brevissimo breviario su come sopravvivere all'apocalisse Zombie. Partiamo da un presupposto fondamentale. Gli zombi, quelli pensati da Romero nel 1978 all'uscita del suo primo "dawn of the dead", erano creature che, ridotte ai loro minimi termini della putrefazione dei loro tessuti corporei, avevano la mobilità di un bambino di qualche mese che ha appena imparato a camminare: Il fattore horrorifico non dovrebbe stare nel quanto veloce questi possano deambulare, ma il panico scatenato da un’ondata di non morti (o vaganti, o tarantolati, o clicker , tutti termini con cui questa categoria di mostri sarebbe stata poi ridefinita negli anni) è dovuto al fatto che, per quanto i vivi possano essere scaltri, agili o veloci, loro saranno sempre troppi .

Black mirror, stagione 5 (il meglio di Netflix secondo te #10)

Immagine
Sarà che a pane e fantascienza ci sono cresciuto fin da bambino, sarà che ho Netflix da nemmeno un anno, ma quando la prima volta ho trovato black mirror nel listone delle grandi serie di Mamma-ENNE-e-non-la-enne-di-Nintendo, posso affermare (parere mio) a chi mi ha detto che solo le prime due stagioni dello “specchio nero” siano quelle davvero buone che si sbagliava di grosso. Ok, posso tentare di capire. Non tutte le puntate sono sempre allo stesso livello; ok, certe scelte sono sempre state discutibili qua e là. Ma parliamo pur sempre di una serie le cui tematiche e le regie hanno sempre rispettato uno standard di un certo livello. E di queste ultime tre puntate online da qualche giorno? Cosa c’è da dire? Cosa è cambiato rispetto al passato? Perché sia chiaro, se lo sto chiedendo è ovvio che qualcosa sia cambiato. Forse, magari, si tratta di quel bandersnatch che è passato spaccando i canoni della TV on demand tradizionali? O forse con i vari “White christmas” o i “meta

Gran Torino

Immagine
E quindi, dopo il Plumcake di 12 metri (e del peso approssimativo di 200 chili) da carie all'intestino dei ringraziamenti per gli auguri rieccoci qua. Volete DAVVERO sapere la mia opinione? Se avete cliccato su quel box nei socialcosi (volontariamente), o che siate approdati qui dai meandri della rete che indicizzano questo blog qua e là, evidentemente si.

la forma della voce

Immagine
The “shape of voice” non è solo la storia di una bambina sorda che viene bullizzata dai suoi compagni di classe. Dare una forma ad una voce, ad un suono, per chi è in grado di sentire, è un dono forse troppo scontato che non si può capire. Come spiegare un colore a chi non può vedere. Ed in questi 130 minuti fra chi può sentire e non vuole ascoltare, e chi non può sentire ma, per i suoi problemi ascolta solo con il cuore, questa storia parla di intima unicità, di diversità, di meravigliosa originalità. Non spenderò una parola sul fatto che questo sia “solo” un cartone animato su netflix reperibile OVUNQUE (leggesi anime). A costo di sembrare ancora stronzo e dispotico; e voglio dire una cosa, della quale questo film mi è testimone. Alle volte non si tratta di girarsi dall’altra parte, semplicemente quando non si capisce qualcosa o qualcuno, ed a saperlo da sempre è Shoko, quella bambina da cui ho iniziato questa postata, quando un giorno piove inaspettatamente nelle vite d

The Dirt

Immagine
Che vita, Gente! Arrivo in ritardo di 24 ore circa a scrivere di questo ingombrante film sulle promesse e le scadenze che mi ero dato all'inizio del weekend appena passato, in cui questo “the Dirt” sfondava i teleschermi di mezzo mondo, come qualcosa che proprio non si poteva ignorare, perché troppo. Un troppo che si basta da solo; decisamente non ci sono altri aggettivi da affiancarci.

Sò ragazzi, cresceranno! (stranger trailers che non ti aspettavi)

Immagine
Giochi sporco, giochi strano, giochi in casa. Ma lo ha fatto anche Netflix, ancora una volta. Perché non puoi iniziare il trailer di questo “stranger things 3” e con quella “home sweet home”, proprio quella del documentario sugli stessi moltey Crue che esce fra qualche giorno. Non si può pensare ad un fan service che esce dalla serie e rimanda ad un’altra produzione della stessa tv on demand. È una vigliaccata. Una enorme, bellissima vigliaccata. Che riempie gli occhi di lacrime a tutti gli over 35. Ma almeno, ma serio! Ma soprattutto che, visto dal punto di vista del marketing, getta un concetto che esce dal fan service del film per consacrare concettualmente il fan service per Netlfix stessa. Un'altro piccolo passo per netflix, un'altro grande passo per l'umanità, che rinrgrazia. E poi quella scena della scala mobile? Anche il George Romero di "zombi" ringrazia: E visto che ci siamo anche io ringrazio, perché credo che, all’indomani de

festa del papà tecnoratica 2.0 notturno

Immagine
I più mi direbbero che sto educando male mio figlio. Forse qualcuno ha ragione, ma non tutti. Perché se ieri,  in una scena di questo nuovissimo  “love, death & robots”  vedendo  il pollice alzato nella carcassa di un robot lui  ha visto la citazione di quel t-800 in quel “Terminator 2 - judgement day", capisco che il suo immaginifico generale, il suo retaggio, il mondo di cui ama innamorarsi di quel nostro "fazzoletto di terra comune" e di cui vuole acculturarsi leggendo, guardando, giocando è mille spanne sopra alla media dei suoi coetanei. 

Candidato a sorpresa

Immagine
ATTENZIONE! questa recensione contiene cunilingus, fellatio, feci (beh, quelle no, ma faceva figo scriverlo), scandalo e sesso in cambio di favori politici. E' fatta apposta per turbare ed offendere le menti ottenebrate che si sentiranno chiamate in causa (cosa che non volevo fare) ingiustamente, perchè, il film di cui parlerò, è imperniato su queste tematiche. A tutti gli altri, buona lettura. Tutto questo per dire che, parlare di politica ad un qualsiasi livello è, praticamente sempre, mettere il culo in una pedata grande così. Per cui non sono qui a parlare di politica, sperando che chiunque possa sentirsi offeso qua questa recensione (politico e non) sia abbastanza intelligente da capire che ormai nel cinema, parlare di uno scenario politico come quello di questo “candidato a sorpresa” sia, fondamentalmente, satira (E come ci ricorda il buon Luttazzi, la satira fa un po’ quel cazzo che le pare).  Quello a cui ho ripensato, riscavando nei recessi polverosi della mia me

American Sniper

Immagine
Quando Andrea fece il militare era più o meno il ’93, forse prima. Lo ricordo distintamente perché io andavo ancora a scuola. In quell’anno persi l’abitudine di vestire quei pantaloni mimetici, quelli che stavano tanto bene con il mio chiodo di pelle. Già da un pezzo io suonavo nei ”Freakazoids!”, il mio primo vero gruppo grazie al quale cominciai a credere nella musica che poi mi avrebbe dato sostentamento fino ad oggi, ritmando ogni singolo passo della mia esistenza.

You (il meglio di netflix secondo te #9)

Immagine
Non ti capitava di restare così attaccato ad una serie dai tempi di quell’ ” Atypical ” o dell' “ American vandal ”, che hai adorato alla follia nella consapevolezza che, fra una scena altamente introspettiva ed una di inconsapevole comicità, serie come queste ce ne sarebbero state poche da quando le avresti viste. Basta mainstream, basta vie battute, sempre che non si consideri Netflix LA VIA BATTUTA. Questo automaticamente non implica che tutto, sotto al tetto di “mamma N on demand” sia allo stesso livello. Siamo seri, del resto, ci sono cose che statisticamente piacciono di più e altre meno. È una casistica umana che segue ed accomuna i gusti, le preferenze e quel bisogno di essere soddisfatti, psicologicamente remunerati a fine puntata ed al tempo ansiosi di vedere come continua. E da questo il fatto che non tutto quello che si vede è per tutti. Ed “You”, oltre a non essere per tutti, passa pure in sordina. Sarei curioso innanzi tutto di sapere quanti

Ride bene....(il meglio di netflix secondo te #9)

Immagine
Fa piacere scoprire un film come questo. E lo dici tirando un sospiro di sollievo, perché diresti che questo film che, al di la di come si presentano nello tsunami di anteprime che inondano continuamente Netflix, è veramente un gran film sul talento umano sprecato, sul focalizzare cosa si stia facendo della propria vita in ogni momento, ma soprattuttamente un inno all’iniziativa umana a non lasciarsi andare proprio mai.