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Visualizzazione dei post con l'etichetta Netflix

The Liberator (il meglio di netflix secondo te #12)

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  Alzi la mano chi crede ancora nell’amor di patria. Mi pare di vedervi tutti, ora: risate e pernacchie dalle ultime file, mirini puntati dalle prime. Ridete (ma pagate il biglietto) o prendete bene la mira, perché poi risponderò al fuoco, e io ci vedo molto bene! Ma vi prego, a parte il solito inizio da analfabeta trgolodita quale sono, fate un favore a tutti e chiedetevelo davvero. E chiedetevi il perché lo siete, sempre davvero. 

La regina degli scacchi (il meglio di netflix secondo te #11)

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  L'ennesimo manifesto femminista sul potere delle donne? Una storia di rivincita sociale in cui gli esclusi (l'esclusa) alla fine la spuntano credendo profondamente in sè stessi? O ancora, l'ennesimo bull's eye messo a segno da mamma netflix?

Requiem for a dream

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Ho sempre amato l'alternarsi delle stagioni. Ognuna ha un suo fascino particolare. L'estate della vita inneggiante a sè stessa. l'Autunno del suo colorato declino. L'inverno del bianco silenzio; e  ho sempre adorato chi sceglie le stagioni come struttura narrativa, si tratti di un film, un libro, un fumetto, un videogioco.

Quando il giocattolo si rompe

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Role models è una storia edulcorata di bambini abbandonati. Un tentativo di due poveri sbandati e fannulloni che, mettendo il loro culo nelle pedate, si trovano a scontare una pena facendo un lavoro socialmente utile per una associazione non-profit che li affianca a due di questi bambini. E se all’edulcorata e patinata comicità emmerigana si ride spesso e volentieri di fronte a questi 101 minuti girati da David Wain (regista ed attore di gran carriera) la verità che io personalmente ho colto è tutt’altra. Mi è capitato di pensare, in questi anni, a situazioni troppo difficili, variegate e complicate fra loro: ad esempio, nelle famiglie di cui ho fatto parte nel ruolo di papà, educatore, amico, cacciatore di zombies, bersaglio mobile e caposquadra di scorribande nerf, e UDITE UDITE, come adulto. La verità dietro a questo “Role Models”, senza che si debba leggerlo troppo fra le righe, è che, ad un certo punto della nostra vita, tutti cresciamo (Ma vaaaa?). Assumersi d

Povera Sarah!

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Alcuni dicono che il destino di ognuno di noi sia già segnato. Cosa ne penso? Che l’essere fatalisti non sia del tutto negativo. Ne parlavo giusto l’altro giorno con un’amica che non vedevo da un ventordicilione di anni; Se uno è fatalista, questo non implica che automaticamente debba rassegnarsi passivamente al destino che è già scritto per lui.

Galeotto fu Cannarsi

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Ennesimo segno dei tempi che cambiano, ennesimo cambiamento nel modo di pensare da parte (ed agire) dei big player della TV on demand. Avevamo (io e nanerottolo ormai dodicenne) accolto con gioia e gaudio l'arrivo di Neon Genesis Evangelion su Netflix. Grande la gioia nel non dover tirare giù dai miei scaffali impolverati i divudì e i raggioblù ogni qual volta avessi voluto riguardarmi una delle più belle serie degli ultimi, chessò, vent'anni? Si, almeno vent'anni.

Eyes wide shut (accadde oggi#7)

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Ferma tutto! oggi nasceva la Kidman, quale migliore occasione per sbattere la contessa come immagine principale della postata e dimostrare la tua avvalorata tesi che andavi snocciolando ieri con una tua amica al bar in base alla quale, una postata con un'immagine di calcio o di donne desnude incrementeranno i click sul questo blog?

In caso di zombie #1

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Ben arrivati a questa nuova rubrica nonchè brevissimo breviario su come sopravvivere all'apocalisse Zombie. Partiamo da un presupposto fondamentale. Gli zombi, quelli pensati da Romero nel 1978 all'uscita del suo primo "dawn of the dead", erano creature che, ridotte ai loro minimi termini della putrefazione dei loro tessuti corporei, avevano la mobilità di un bambino di qualche mese che ha appena imparato a camminare: Il fattore horrorifico non dovrebbe stare nel quanto veloce questi possano deambulare, ma il panico scatenato da un’ondata di non morti (o vaganti, o tarantolati, o clicker , tutti termini con cui questa categoria di mostri sarebbe stata poi ridefinita negli anni) è dovuto al fatto che, per quanto i vivi possano essere scaltri, agili o veloci, loro saranno sempre troppi .

Black mirror, stagione 5 (il meglio di Netflix secondo te #10)

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Sarà che a pane e fantascienza ci sono cresciuto fin da bambino, sarà che ho Netflix da nemmeno un anno, ma quando la prima volta ho trovato black mirror nel listone delle grandi serie di Mamma-ENNE-e-non-la-enne-di-Nintendo, posso affermare (parere mio) a chi mi ha detto che solo le prime due stagioni dello “specchio nero” siano quelle davvero buone che si sbagliava di grosso. Ok, posso tentare di capire. Non tutte le puntate sono sempre allo stesso livello; ok, certe scelte sono sempre state discutibili qua e là. Ma parliamo pur sempre di una serie le cui tematiche e le regie hanno sempre rispettato uno standard di un certo livello. E di queste ultime tre puntate online da qualche giorno? Cosa c’è da dire? Cosa è cambiato rispetto al passato? Perché sia chiaro, se lo sto chiedendo è ovvio che qualcosa sia cambiato. Forse, magari, si tratta di quel bandersnatch che è passato spaccando i canoni della TV on demand tradizionali? O forse con i vari “White christmas” o i “meta

Gran Torino

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E quindi, dopo il Plumcake di 12 metri (e del peso approssimativo di 200 chili) da carie all'intestino dei ringraziamenti per gli auguri rieccoci qua. Volete DAVVERO sapere la mia opinione? Se avete cliccato su quel box nei socialcosi (volontariamente), o che siate approdati qui dai meandri della rete che indicizzano questo blog qua e là, evidentemente si.

la forma della voce

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The “shape of voice” non è solo la storia di una bambina sorda che viene bullizzata dai suoi compagni di classe. Dare una forma ad una voce, ad un suono, per chi è in grado di sentire, è un dono forse troppo scontato che non si può capire. Come spiegare un colore a chi non può vedere. Ed in questi 130 minuti fra chi può sentire e non vuole ascoltare, e chi non può sentire ma, per i suoi problemi ascolta solo con il cuore, questa storia parla di intima unicità, di diversità, di meravigliosa originalità. Non spenderò una parola sul fatto che questo sia “solo” un cartone animato su netflix reperibile OVUNQUE (leggesi anime). A costo di sembrare ancora stronzo e dispotico; e voglio dire una cosa, della quale questo film mi è testimone. Alle volte non si tratta di girarsi dall’altra parte, semplicemente quando non si capisce qualcosa o qualcuno, ed a saperlo da sempre è Shoko, quella bambina da cui ho iniziato questa postata, quando un giorno piove inaspettatamente nelle vite d

The Dirt

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Che vita, Gente! Arrivo in ritardo di 24 ore circa a scrivere di questo ingombrante film sulle promesse e le scadenze che mi ero dato all'inizio del weekend appena passato, in cui questo “the Dirt” sfondava i teleschermi di mezzo mondo, come qualcosa che proprio non si poteva ignorare, perché troppo. Un troppo che si basta da solo; decisamente non ci sono altri aggettivi da affiancarci.

Sò ragazzi, cresceranno! (stranger trailers che non ti aspettavi)

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Giochi sporco, giochi strano, giochi in casa. Ma lo ha fatto anche Netflix, ancora una volta. Perché non puoi iniziare il trailer di questo “stranger things 3” e con quella “home sweet home”, proprio quella del documentario sugli stessi moltey Crue che esce fra qualche giorno. Non si può pensare ad un fan service che esce dalla serie e rimanda ad un’altra produzione della stessa tv on demand. È una vigliaccata. Una enorme, bellissima vigliaccata. Che riempie gli occhi di lacrime a tutti gli over 35. Ma almeno, ma serio! Ma soprattutto che, visto dal punto di vista del marketing, getta un concetto che esce dal fan service del film per consacrare concettualmente il fan service per Netlfix stessa. Un'altro piccolo passo per netflix, un'altro grande passo per l'umanità, che rinrgrazia. E poi quella scena della scala mobile? Anche il George Romero di "zombi" ringrazia: E visto che ci siamo anche io ringrazio, perché credo che, all’indomani de

Ricordi sporchi, ricordi belli

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Recentemente qualcuno mi ha detto che tratto argomenti talmente specifici in queste pagine e che, per questo, rischio di sembrare troppo snob. Personalmente sono sempre aperto (fin dove possibile) al dialogo, ed una considerazione come questa non può che farmi riflettere. Poi, sui socccccial irrompe come un tuono potentissimo questo trailer.  E' ufficiale: Netflix racconterà una delle storie del rock più incredibile di sempre. Quella Dei Motley Crue.

Umbrella Academy

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Se tre scimmie sotto LSD si trovassero a parlare di marketing televisivo in questi giorni, L’ovvio trend di cosa proporre al volgo dell’LCD sarebbe ovvio. Super eroi, calcio, Maria De Filippi. Ma dietro a questa premessa che sembra a cavallo fra una barzelletta e una triste constatazione su ciò che piace alla gente oggi e che (in alcuni casi) va ancora per la maggiore, ahimè, c’è una triste realtà. Sembrano pensarla anche così sul pianeta Netflix, che forte di questa linea guida fondamentale ci propone questo “Umbrella academy” E vi prego, cara pugna di valorosi che continua a fare presenza su queste pagine; non abbiate dubbio alcuno sul fatto che continuano a capitare su queste pagine. Non stiamo a discutere sulla reale validità della tv on demand oggi. Si tratterà pur sempre di un servizio a pagamento, ma vista la qualità dell’offerta (e le squallide alternative) i servizi reperibili online vincono. A mani basse. E netflix domina. punto e basta. Ma torniamo sui binari tentand

Ride bene....(il meglio di netflix secondo te #9)

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Fa piacere scoprire un film come questo. E lo dici tirando un sospiro di sollievo, perché diresti che questo film che, al di la di come si presentano nello tsunami di anteprime che inondano continuamente Netflix, è veramente un gran film sul talento umano sprecato, sul focalizzare cosa si stia facendo della propria vita in ogni momento, ma soprattuttamente un inno all’iniziativa umana a non lasciarsi andare proprio mai.

Bandersnatch e il futuro che verrà (il meglio di netflix secondo te #8)

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Ti eri ripromesso di parlare di questo “bandersnatch” quando, tre giorni fa, accendendo Netflix, lo hai visto alla sua prima presentazione dopo che i media a quasi 360 gradi ne parlavano lo stesso pomeriggio. Non avevi prestato attenzione particolare a telegiornali. Pensavi sarebbe stato un Natale troppo vuoto da riempire con dei passatempi per non ricordarti il dove sei ora e dove stai andando, ma se fosse stato così probabilmente avresti scritto di questa nuova puntata di Black mirror praticamente subito dopo averla vista, quella sera li. Ed invede eccoti qui, alle 4 del mattino. svegliato da tuo figlio che ha fatto sogni brutti. Mi si permetta di partire dall'inizio. Mi si permetta di partire da quel 1987 dove questa monumentale puntata è iniziata, dando per scontato del cosa sia Netflix e blah blah blah... Perchè il contesto scelto è il primo spunto (affatto casuale) da cui sceneggiatori, editori e compagnia bella hanno deciso che tutto doveva partire. Perchè, giocando

sick note (il meglio di Netflix secondo te #8)

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La pietà umana è veramente una brutta bestia. Distorce la natura degli individui, e se in alcuni casi avere la commiserazione degli altri aiuta, in altri è veramente brutto constatare come, di fronte alla disgrazia (soprattutto quelle brutte) ci sia chi, in maniera ipocrita e meschina, ti da tutto il suo affetto, ricambiando la cortesia che ti dona se si ferma un secondo al semaforo dove hai fatto l’incidente per guardarti.

Death note (il meglio di Netflix secondo te #7)

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“Hai 16 anni Francesco, dovevi scegliere una scuola diversa e studiare più matematica” “Hai 30 anni Francesco, comprati una giacca elegante” "Hai 35 anni Francesco, un po'vecchio per i cartoni animati, non credi?" “Hai 40 anni Francesco, sei un uomo”

American Vandal stagione 2 (il meglio di Netflix secondo te#5 e 1/2)

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Devi essere onesto. Che la si possa chiamare cacca, pupù o semplicemente merda, questa seconda stagione di “american vandal” non parte con il botto come la prima.