American Beauty (glisceltidavoichepiaccionoame #3)



Incredibilmente sei alla terza uscita della rubrica degli scelti da Voi che piacciono al sottoscritto.
L'altro giorno parlavi con il tuo nuovo chitarrista di questo American Beauty.
Non che quando lo hai visto la prima volta tu ne sia restato impassibile a questo film. Ma a ripensarci ora devi capire in quale anfratto-del-dungeon-che-hai-in-salotto questo film sia ubicato.
Più che altro (e per chi ti conosce più profondamente in questa finestra temporale della tua vita) a ripensare a questo American beauty ti senti incredibilmente vicino al protagonista, un Kevin Spacey incredibile-ma-credibile nel ruolo che ha.

Incastrato infatti in un sogno americano che sta per diventargli un incubo (e che quindi  trasforma questo film in una denuncia e spunto di riflessione dello stesso), Il nostro Lester si sveglia ogni mattina con la storia della sua vita dalla quale non può scappare, fatta di litigate con la moglie adultera, un distacco dalla figlia ormai adolescente e un lavoro che gli toglie ogni giorno la voglia di vivere.

Ora (e per tua fortuna) sei ben distante dalla sfortunata situazione del Nostro well-loved protagonista. Quello che ti fa sentire tuttavia così vicino a lui è la sua capacità di non darsi per vinto. Mai.
Per questo “Less” (chiamato così simpaticamente dal suo capo) decide di riprendersi in mano la sua vita a più di 40 anni e di abbraccialra in tutto e per tutto, partendo dai suoi 20 anni, e ricordandosi del punto in cui la stessa lo ha abbandonato. In un quartiere dove tutti sanno tutto di tuttI e nessuno niente di nessuno, La società emmerigana si dimostra per quello che realmente è; una parete di cartongesso pronta a cadere da un momento all’altro, una finzione triste e patinata di fronte alla quale sembra impossibile non restare fagocitati. Solo chi ha il coraggio di distogliere lo sguardo e di rimettersi a fissare scorgendo il vero punto del problema riesce ad uscirne. SOLO CHI HA VOGLIA DI SENTIRSI VIVO FINO IN FONDO CE LA FA.

E Lester questo lo capisce. E tenta di metterlo in pratica perché non vuole fare la fine di chi si nasconde dietro a dei sani principi che alla fine sono un mero specchietto per le allodole.
Corre dietro a chimere basate su estetica, l’essere accettati e talvolta invidiati dagli altri a questo punto non ha più senso per il protagonista.

La felicità è tutto, a costo di non essere capito, di non essere compreso o pigliato per pazzo da quelli che dovrebbero essere i cosiddetti “Normali”, ed in nome di questa felicità non ci devono essere compromessi, non ci si ferma di fronte a nessuno, Creando alle volte uno specchio dove gli altri sapranno guardarsi e solo chi saprà cogliere il giusto segno nel farlo avrà l’opportunità di imparare a volersi un po’più bene, magari cambiando o imparando ad accettare.

Questi 121 minuti non possono passare inosservati, dicevi. La routine e la parete del “bello e giusto” nascondono ancora una volta un marcio di fondo che abitua i più che quello infondo è il massimo che la vita possa darti. Quando realizzi tutto il bello che non vedi perché dietro a quel muro assieme agli altri, non puoi ne’ vuoi più tornare indietro. Tutto assume un’altra dimensione, e restare legato al grande disegno che ci vuole tutti uguali diventa un punto così lontano da guardare solo avanti e correre distante.

Voto: 5/5

Un po’satira sul mondo in cui viviamo, un po’commedia dalle ampie vedute introspettive, questo film qua non si fa problemi a sparare a zero su tutto. Chi osa vince, e gli altri cadono senza rendersi conto di essere faccia a terra. L’ennesimo monito a ricordarci quello che realmente vale. Ovvero noi stessi.



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