Ghost in the shell




Ciao Stefano,

Ti sto immaginando li in panciolle seduto chissà dove mentre stai gongolando per quello che già sai avrò da dirti. Forse già lo sapevi ad agosto scorso, quando mi dicevi che questo “Ghost in the Shell” secondo te andava visto, mentre in una delle nostre passeggiate distopiche al faro ci raccontavamo i cosiddetti fatti della vita…

Ma eccoci qui. Oggi. Con me un po’ più vecchio e stanco, tu li seduto chissà dove con quel tuo sorriso da “te lo avevo detto, coglione”.



Che vuoi che ti dica. Avevi ragione. Quando parli di film hai quasi sempre ragione. Del resto diciamocelo. Quando conosci una persona così intimamente e da così tanto tempo, vai oltre al suo guscio, al suo involucro esterno fino a scrutarne l’anima. Perché l’anima è tutto. Come mai in questo periodo lo sto capendo, (e sai di cosa parlo) e vedere questo film, questa trasposizione fantascientifica di quegli anni in cui noi ragazzini si spulciava negozi di fumetti in cerca di storie profonde come quella di questo manga anni 90 mi ha lasciato qualcosa. Ancora.

Oh, non ci credevo, ma la Scarlett Johansson ancora una volta, benché come la protagonista originale non avesse fattezze e tratti somatici giapponesi mi ha convinto.

Ma del resto se una megaproduzione emmerigana da imbarazziolioni di dollari ha deciso così un perché c’è, e lo capisci anche tu meglio di me.

In un mondo sempre più probabile e vicino, dove gli interventi estetici di oggi “per essere sempre più belli” vengono sostituiti dagli shell, da questi corpi artificiali che ognuno può scegliersi a proprio uso, consumo e comodità il fattore estetico sta a 0.

Dire che tutti siamo più belli e forti è come dire che non lo è nessuno. Ma lei, la Johansson  è l’agente perfetto per quel film. Sensuale e risoluta, distaccata ed a tratti simpaticamente triste. Perché in un mondo di anime imprigionate nella tecnologia lei è perfetta. La più avanzata. E questo come lei stessa ci ricorda la fa sentire sola. Come io e te alle volte. Come tutti un po’.

A tratti a guardarla ti torna in mente il Rick Deckard di quel Blade Runner lì che io e te abbiamo amato ancora prima di scoprire le ragazze, ma prima di finire di pensarlo immagino la tua espressione accigliata e quello che avresti da dirmi se fossi li con te.
“Non dire cazzate, Francesco. Lo sai che Harrison Ford e la Johansson sono come il purè e la merda se li paragoni….”

Si Stefano, è vero. Di purisangue ce ne sono pochi a questo mondo.

Ma a tutti capita di sentirsi soli. E in questo film a lei di più. Perché la sua diversità nella diversità delle sue scelte di vita oltre a quelle estetiche la rende così unica ed irraggiungibile.

E tralasci il contesto culturale di questo film. Gli altri che stanno leggendo vadano a chiedere a google chi è Masamune Shirow, cosa è lo spime e del perchè una visione così prospettica del mondo in questa pellicola funzioni ancora bene nonostante noi l'avessimo già vissuto 30 anni fa questo futuro. Guarda me Stefano. Sto scrivendo a te. non agli altri. Guarda me. non la ragazza con il vestito rosso :)

La Johansson dicevamo. Parte della sua bellezza sta nel fatto che si ha quasi l’impressione che i suoi pensieri in certi momenti si astraggano così tanto da diventare irraggiungibili ed incomprensibili.

Ed è così, perché quello che questo figliol prodigo della mastodontica fantascienza-cyberpunk-targata-ann-90-radicata-nei-60-70 restituisce sottopelle (o sotto il guscio) è l’istantanea senza tempo di una società apatica che ha perso ancora una volta il piacere del tatto.

E questo ci riporta a me e te amico mio. A quello che ci salva ancora una volta. A quello che abbiamo sempre amato fin dal primo giorno che ci siamo conosciuti.

Il perderci in questo sconfinato mare di creatività visionaria. Quello che fa progredire l’umanità nonostante la consapevolezza che siamo soli ma che basta guardarci negli occhi per capire, anche laddove il rischio è che quando l’occhio non c’è più ci siano le connessioni dell’anima, che passi attraverso un cavo o che sia diretta, schietta e trasparente. Come me e te.

Scusami se per l’ennesima volta non ti ho ascoltato. Dovevo farlo. Questa volta dovevo proprio.

Voto: 5/5

Ridi pure, Stefano. E la prossima volta prendimi a sediate sulla schiena se nn ti ascolto. Ricordandomi che te lo ho chiesto io.
Ci si vede al faro,
Cesco


Commenti

  1. Ti voglio bene amico mio! Cazzo, e adesso sto pure piangendo... perché non tutti sanno vedere oltre lo specchio, e tu in questo sei come una perla in mezzo al mare, un tesoro e amico inestimabile! Sempre e oltre, al faro mio caro amico, ci troveremo al faro.... Anche se un po' di farò c'è lo portiamo sempre con noi...
    E ora guardati, visto che l'hai citato, Blade Runner 2049!!!!!

    P.s.: ti aspetto per la visione di Babbo Bastardo! Non cominciare prima di me neh! 😙

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