Ready Player One, e voi? (libridiuncertolivello #1)



TU LEGGI TROPPO POCO. A parte i fumetti, ci sono libri che dovresti leggere a prescindere da chi te li consiglia. Ami cercare la tua via nelle tue scelte e negli obiettivi che ti poni. E’ sempre stato così per la musica, per lo sport e pertuttamentetutto inzomm…

Ma forse dovevi iniziare questa p(r)ostata parlando di retaggio. Perchè c'è un periodo della vita in cui ognuno di noi raggiunge il suo meravigliosamente-meraviglioso apice. Quel periodo in cui vivi tutto così intensamente da sentirti inconsapevolmente un imbuto culturale travasarti direttamente nel cervello ad ondate e senza passare dal via icone, simboli e stimoli esterni da farteli restare impressi nel tuo codice genetico per tutta la vita. Il retaggio, appunto. E manco a dirlo, il periodo di cui parlavi è l'adolescenza.

Questo libro qui lo cercavi da eoni. Lo cercavi da imbarazziolioni di anni (probabilmente da prima che fosse scritto) e, vabbè, trovare la versione con la copertina del film ti fa sentire un po’sfigato. MA oh, quella c’era e quella hai trovato.

Com’è quindi, questo Ready Player One? Gentlemen, start your engines, daytona iuessei, lezzghetauei....

Inizi dalla fine, perchè sai già come andrà a finire. Lo sai perchè stai leggendo il libro, e visto che la zona erogena definitva è il cervello umano sai come finirà al cinema. E partendo dal luogo comune che il film è peggio del libro, la pellicola questo Ready Player One verrà comunque una pheegata pazzesca. Un fan service coi controcosi come non se vedeva dai tempi dei primi Star Wars per capirci, anni in cui il concetto di fan service non aveva un nome ma veniva forgiato tipo li,nella camera dell’iperguida del Millenium Falcon.

Ma capiamoci Ladies and donne & gente di varia natura ed allineamento morale; sai che finirà bene ma non benissimo perchè il rischio è che non arriverà a tutti come questa opera monumentale si baserà su un concetto nuovo, che va al di la della storia raccontata in se'.

Qui non siamo di fronte alla solita "storiella" tipo Divergent o Anger games (benchè la patina policromatica e con filtro UV possa sembrare quella), che di tanto in tanto diventano storione  e poi i nuovi colossal dei nostri anni.

Qui stiamo parlando di un film che raccoglie ad ampie mani dall'immaginifico intriso nella cultura pop degli anni 80.

A fronte di opere letterarie e visive che timidamente hanno iconizzato il decennio più cromato e colorato di sempre a memoria d'uomo, Ready Player One entra come un camionista bestemmiando in una cattedrale e rappresenta, a tutti gli effetti, La nuova guida galattica per autostoppisti del futuro, ed al di la di una storia probabilmente forte ed a tratti drammatica, quello che laggente® dovrebbe fare è tentare di capire le profonde e solide radici culturali su cui questo libro poggia.

In un mondo ideale godresti a pensare al "se solo la gente cogliesse tutte le citazioni da serie, fumetti, videogiochi, gadgets, musica, films, etc" come li hai colti tu (e che nemmeno li hai colti tutti).

E secondo te è quello che fa la differenza. E' quello il reale motivo per cui si dovrebbe leggere questo libro. Probabilmente azzardi che i film e libri sulla cultura nerd anni 80 si moltiplicheranno dopo l'uscita del film.

Anzi, gli anni 80 stanno già tornando da tempo. E forse era solo questione di poco prima che Cline (autore del libro) si trovasse i riflettori addosso per i suo momento di notorietà.

Al di la comunque dello spiegone sul concetto portante dell’opera fin qui intercorso, il libro ti è volato fra le mani in meno di una settimana.

Ed in questa storia, il protagonita Wade/Parzival, questo adolescente che si trova ad ereditare il mondo malato ed inquinato che noi gli abbiamo lasciato, in quel 2044 ha fame; fame di vita, fame di riscatto sociale, voglia di uscire dall’agglomerato di roulotte accatastate una sull’altra e di cercare una vita migliore e più dignitosa. Dagli torto a Wade. In un mondo andato ammerda chi non vorrebbe stare meglio. Tipo oggi ma con meno inquinamento e le roulotte parcheggiate in doppia fila in un campo profughi alla periferia di Napoli, per intenderci.

E la via di fuga, assieme ad altra gente appartenente a vari strati sociali di questo mondo dalle marcate sfumature fantapolitiche, per quel Wade si chiama Oasis, il videogioco definitivo, a cui si accede tramite la realtà virtuale.

Tipo second life di qualche anno fa. Ma con meno bug, più pheego e più lungimirante.

La creazione di Oasis è un intuizione di James Donovan Hallyday,  genio pazzo e visionario formatosi nella cultura anni 80 e che ha plasmato questo multivesro fatto di tutto lo scibile umano in quegli anni in merito alla sopraccitata cultura.

Oasis è un’insieme di pianeti da visitare, dove ogni attività è gestita tramite il proprio avatar. In questo posto si può fare di tutto, portando la gente ad andare a scuola li, ad intrattenersi, a lavorare.

Ma quello che ti tocca più intimamente è che Oasis si potrebbe riassumere in una moltitudine di riferimenti che ti portano a commuovertici al solo pensiero degli stessi. Oasis per te è un polveroso videogioco cabinato da bar, una lattina di cocacola svampita sopra allo stesso, una partita a Dungeons and Dragons fino alle 2 del mattino attorno ad un tavolo con gli amici in taverna da te (evvai a letto che domani hai scuola o ti piglio a zoccolate in testa) un fumoso tavolo da biliardo o un juke box che va a 7 pollici.... :)

Le criptovalute e l’economia tutta sono crollate in nome di questa multinazionale quotata in borsa, ed a seguito della morte del multimiliardario fondatore di questo impero, all'umanità tutta resta solo un unico grande lascito: chi troverà un Easter egg (un segreto) saggiamente nascosto in questo enorme pagliaio dal suo creatore, erediterà tutta la baracca, potendo farne quello che vuole.

Una follia? Mica tanto infondo. Del resto, in questo mondo sovrappopolato e malato la gente non aspetta altro che di avere una condizione di vita più dignitosa, e questa opportunità per la community modiale dei gunters (i cacciatori di Oasis) rappresenta un goloso ghiacciolo nel deserto.

Non vai a raccontare oltre su quello che succederà in queste 700 pagine.

Ma si sappia. Questo libro rappresenta per te un nuovo faro di speranza nella fantascienza mondiale. Non sarà Asimov, per carità. Ma è un romanzo onesto che, se letto con attenzione, fa capire che chi 40 o 50 fa con la sua immaginazione scommetteva sul futuro immaginandosi cose che poi hanno fatto progredire l'umanità, oggi quello che resta di quegli anni ci porta ad una retrospettiva che ci aiuta a capire il dove stiamo andando grazie a quello che la creatività umana ha partorito fino ad oggi. per fortuna.

Voto: 4/5

Cioè, tessi lodi sperticate di un libro e non gli dai il massimo dei voti?
No. Perchè questo libro non è per tutti. Come hai detto c'è troppo di tutto e rischia di non essere compreso, parlando di un fenomeno culturale forse troppo ampio per entrare in queste sole 700 pagine. Ma oh, vai a sapere. Magari, tanto per cambiare, i futuri gunters di oggi si faranno delle domande andando ad informarsi su chi erano i Robinson, i Duran Duran o Qbert, fermandosi per un momento ad ammirare chi e cosa noi della prima ora abbiamo vissuto in contromanto con il petto gonfio di orgoglio e gli occhi lucidi di nostalgia, evitando che tutto si perda come lacrime nella pioggia.



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