Povera Sarah!



Alcuni dicono che il destino di ognuno di noi sia già segnato. Cosa ne penso? Che l’essere fatalisti non sia del tutto negativo. Ne parlavo giusto l’altro giorno con un’amica che non vedevo da un ventordicilione di anni; Se uno è fatalista, questo non implica che automaticamente debba rassegnarsi passivamente al destino che è già scritto per lui.



In virtù del fatto che non conosciamo tale destino, quello che ci si para davanti deve essere comunque un susseguirsi di tentativi per compiere il nostro cammino. Il fattore deterministico che, in teoria è già stato preposto, dovrebbe solo influire positivamente, aiutandoci ad affrontare ogni problema o sfida consapevoli che se  è destino, noi ne usciremo vincitori o meno, portandoci ad affrontare ogni nostro passo con determinazione e soprattutto, senza paura.

E dopo soli cinque (se non ho contato male) film a capirlo finalmente sarà Sarah Connor, in questo Terminator Genisys; La sua vita è stata segnata da quel 1984, in cui tutto è stato deciso. Lei sarebbe stata la madre di John Connor, leader della resistenza che in un futuro ci avrebbe liberato dalle macchine create da noi e diventate autocoscenti.

E se già il primo film, in cui i robots mandavano indietro nel tempo uno di loro per eliminare Sarah e scongiurare la minaccia di suo figlio la trama era incasinata forte, negli anni gli sceneggiatori, fra alti e bassi, cambi di cast, film mediocri (Terminator 3 su tutti), oggi Netflix ci propina questo “Genisys”, e con stupore e sommo gaudio devo dire che, per fortuna ed a Dio piacendo, questo film risulta ancora funzionare!

Certo, ritornerei sul fatto che anche qui non tutto corre dritto dall’inizio alla fine in questi 126 minuti: ci sono quei due o tre momenti in cui fioccano copiosi i WTF?!, ma ladies and gente, provateci voi ad infarcire un film di trent’anni fa fra qualche battuta infelice e citazioni di gran classe riuscendo a renderlo ancora credibile! E misericordia! Diamo a Alan Taylor (dietro alla macchina da presa) quel che è di Cesare!

Questo film, insomma, funziona. Tutto ad un primo sguardo e salvo appunto qualche intoppo, oltre a quello che già sappiamo, restituisce ancora una storia credibile nella sua incredibilità fatta di paradossi temporali, gente che torna indietro e poi salta in avanti di decine di anni, fornendo una trama che, nonostante tutto, sta in piedi e (udite udite) in tutti i giri che compie su sé stessa è addirittura comprensibile nella sua consequenzialità.

Francamente avevo già ricominciato a sperare nelle sorti di questo film sin dal suo predecessore (quel “Terminator Salvation” di qualche anno prima) ma questa pellicola fornisce degli spiegoni e dei colpi di scena che forniscono un ritmo bello sostenuto, restituendo il contesto giusto ad una serie per cui, a questo punto, ci si aspetterebbe molto meno. Bello davvero!

Voto: 4,5/5

L’ennesimo tassello di cose non dette e che andavano raccontate, un film godibile, a patto che si sia fan della serie e si abbia una vaga idea del come si è arrivati fino a qui, ma soprattutto una speranza alla protagonista e a noi tutti, sul fatto che, benché alle volte tutto sembri così scritto ed inevitabile, in fondo c’è sempre la possibilità di sperare nel futuro e cambiare le cose.



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