In Time
C'è poco da fare. o in questo blog ci scrivi più spesso o il volgo di deboscia ci casca di rado. Ma oh. ce n'è di gente nel sottobosco che ci passa quando scrivi qualcosa di sgrammaticato, vagamente interessante su quello che pensi. Il problema, ladies and gente, comunque, è sempre quello: il tempo che ti manca. Da sempre nemico di tutti, non ce la fai a fermarlo. Anzi, più vai avanti ed invecchi capisci che non c'è valuta più alta del tuo tempo. Recenti avvenimenti ti ci fanno riflettere su portandolo al di la di quello che spendi ogni giorno lavorando. ma anche delle persone che vedi, le attività che scegli di fare, i secondi che stai seduto di più di quello che dovresti, etc etc etc etc...
Sembra pensarla così anche Andrew Niccol, tanto da pensare di spendere il suo tempo di regista mettendosi dietro alla macchina da presa per questo "In time", pellicola secondo te maestosa per il concetto presentato ma che forse passa ai più in sordina per la qualità non eccelsa del prodotto finale.
Ma oh, dice, c'è il Giustino Albero Al Lago (Tustin Timberlake per gli amici) a fare da protagonista di questa pellicola qua. Vuoi che non sia un catalizzatore di giovani avventrici che si riverseranno a frotte nelle sale dei cinematografi? No, tant'è che, appunto, nessuno questo film se lo è cagato di striscio.
Peccato, pensi fra te e te, perchè effettivamente questo film, secondo te, almeno negli intenti, era una pheegata.
Ma torniamo al tempo, che era il prestesto dal quale avevi iniziato.
In questo 2169 presentato nel 2011, infatti, l'umanità trova la maniera di fermare l'invecchiamento. gli esseri umani smettono di invecchiare a 25 anni, massimizzando la forza lavoro nel pianeta ed evitando che la società si accolli spese di mantenimento dei pensionati e dei derelitti della società. Anche per loro vivere sotto ad un ponte non è più un'opzione, poichè al venticinquesimo anno di età si attiva un orologio a nove cifre sottocutaneo che conta alla rovescia un'anno di tempo.
Scaduto l'anno ed azzerato l'orologio è semplice, si muore.
La valuta finale è quindi il tempo. l'orologio si ricarica lavorando a fine giornata e guadagnate le ore che ti spettano, lo si presta ad un'amico che nel suo timer ha 10 minuti di vita, lo si svuota facendo le spese e comprando un succo di frutta che, magari, ti costa 10 minuti.
Vedevi questo film anni fa, ieri ne parlavi pochi giorni fa con una tua amica. Dell'ultima volta che lo hai visto ricordi il senso di amarezza e di vuoto che ti ha lasciato vedere quella scena li alla catena di montaggio, i secondi preziosi che alzano la tensione in quel paio di scene spezzando un ritmo strano.
Un mondo senza moneta in cui l'unica a restare è quella più importante diventa spietato in questi 109 minuti. Cambiare le proprie abitudini in virtù del poco tempo che si ha (quel camminare più veloci di chi non ne ha, o di sperperare decenni in una mano di poker perchè sai che vivrai MILIONI di anni...) rappresenta una forzatura della forzatura su cui, qualche anno più tardi, la tua disillusione e cinismo di te che stai scrivendo, ti fermi a riflettere capendo che, infondo, il mondo sta già andando così.
Guardando oltre, scavando e tirando l'occhio,l'esasperazione della natura umana in questo scenario a tratti duramente vero ed a tratti incredibilmente irreale viene portata ad estremi su cui ancora una volta rifletti e tratti che forse, benchè terribilmente possibile in un mondo come quello li la vita stessa perderebbe il suo valore. Perchè chi vive troppo poco avrebbe ancora più fame di chi oggi si trovaa vivere con la sua esigua busta paga, mentre chi vive troppo non capirebbe il valore di una vita vissuta con dignità.
Questa elevazione ed abbassamento da entrambe le parti non fa altro che ampliare la forbice umana ancora di più di quello che è oggi (che secondo te da quanto larga è è già sul punto di spaccarsi), ora, portando il tasso dei morti di fame ad estinguersi nel tentativo disperato di arraffare minuti, e chi vive troppo a volerne sempre di più, senza capire che prima o poi la natura ci vuole morti e che infondo è giusto così.
Ecco perchè quella divisione sociale. Perchè i ricchi non devono aver a che fare con i poveri e vanno divisi, tutelati, protetti da una massa sempre più bisognosa di mangiare, di guadagnare tempo, di amare e vivere la vita quel tanto che basti a morire in pace e nell' illusione che forse, dici forse, ne è valsa la pena.
Voto: 4/5
Time makes & takes people ladies and gente. Questa è la regola. fuori i secondi. e la vita è una. Sta ad ognuno di noi viversela al meglio. E questo film ce lo spiega, dando una lezione severa ma giusta sul fatto che, alla fine della giornata, tirare due somme su cosa si è fatto del proprio tempo è cosa buona e giusta.
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