42©
SIAMO
SERI, PER PIACERE! Sul serio pensavate che, ancora una volta, quel
“grazie di chi si è ricordato di me oggi” mi sarebbe bastato?
Andiamo,
cazzo! Per me ringraziare tutti sui social così è come chiedere a Tiger Woods di giocare dentro ad uno sgabuzzino per le scope! (Nota per te
stesso Francesco: a tal proposito, hai svuotato lo sgabuzzo dopo la festa dalle
bottiglie di birra?)
E
quindi eccoci qui. Come l'anno scorso, per i ringraziamenti del
vostro tempo che i più si fermano a siglare con quel riduttivo
“grazie del vostro tempo” sui social cosi il giorno dopo, che a
me suona veramente troppo sintetico ed asettico, come il più sentito “a te e
famiglia” sfoggiato nelle "grandi occasioni".
Scrivo
appena il grosso della tormenta/festa/viaggio-inaspettato di questo weekend è passata, per
lasciarmi scappare il meno possibile i ricordi di questi bellissimi
giorni.
Premessa
dopo la premessa importante; C’è la vaghissima possibilità che,
mentre scrivo questa postata, io non mi ricordi esattamente tutte le
persone con cui ho avuto a che fare durante il weekend.
Lo
so. Può capitare. Ma nel dubbio facciamo che se poi non vi ritrovate
nel listone delle menzioni onorevoli non abbiatemene a male,
ok? Non ce l’ho con voi. Devo semplicemente cominciare a pensare di
fare un backup della roba vecchia che ho in testa per fare spazio ai
nuovi file (cosa che cerco di fare costantemente, per inciso,
pensando all'alternativa di trovare il modo di trasferire la mia
esistenza nella rete… ma questa cosa la tengo per un’altra
postata)
Comunque ci provo lo stesso. A ricordarmi di chi c’era, e non solo nel weekend.
Comunque ci provo lo stesso. A ricordarmi di chi c’era, e non solo nel weekend.
Perché penso che, menzionare quello che la gente mi dice, sia nel bene che nel male, sia la migliore maniera di rendere onore a chi si ricorda di me.
Cosa
si dice, quindi, a 42 anni, quando c’è chi si ricorda che esisto
al di fuori dei social cosi ?(ma includo anche tu, che ti sei
palesato sulla mia bacheca e che sei finito a leggere queste righe)
Tipo,
chessò, ad esempio, di quei disgraziati che ti piombano in casa il
venerdì 24 sera organizzandoti una festa a sorpresa (e ricordiamolo,
partendo dagli angoli più disparati del Veneto, da Trieste a
Portogruaro, includendo quella piana maledetta dove avete scorrazzato
per una vita insieme?), riducendoti casa nei due giorni successivi
come una curiosa via di mezzo fra la suite del Caesar Palace di
“Notte da leoni” e il salotto de “Il grande Lebowski”?
Si!
Parlo di voi, debosciati.
I
pochi, gli eletti, gli stronzi.
Quelli
delle albe al faro, delle ore al telefono; quelli che sanno tutto o
quasi di quello che mi è successo e che da distante hanno vegliato
su di me nel religioso silenzio della sala dove proiettavano la
bizzarra e tragicomica soap della mia vita. Per l'ennesima puntata.
Lì,
seduti nell’ultima fila, ridacchiando della mia cazzonaggine e
origliando involontariamente i bisbigli di chi mi ha visto come
l’opportunità del momento, o la spalla su cui piangere quando gli
faceva comodo.
Sappiate
che io vi sono grato, (anche a chi bisbiglia, giusto per..) ed ora che ve ne siete andati dopo un weekend
come questo, mi mancate già.
È
stato un piacere ed un enorme onore ritrovarvi quando sapevate che
avevo bisogno di voi, e non solo oggi, che ve ne siete stati li a gozzovigliare ed a svuotare un frigo forse troppo pieno, ma che in fondo non lo era mai abbastanza per voi.
Perché
c’è sempre bisogno di qualcuno con cui stappare una birra e
lasciare fuori il resto del mondo. E voi, ignorante trogolo di
fenomeni da baraccone, per mia croce o delizia (ok, più la seconda)
siete ancora qui, e credetemi. Tanto basta per pensare a tutto il
bene che c'è nel mondo.
E poi ci sono gli altri. Quelli che vedo tutti i giorni, quelli con cui suono, che mi fermano e mi chiedono come sta mia mamma o io, quelli che mi dicono come scrivere un libro, quelli che mi dicono cosa leggere ma che non leggeranno mai queste righe.
Quelli che:
“Si
sta bene con te, Francesco, lo sai?”
“Cesco,
mai mollare. Sei qui, stai bene, hai me; cos'altro ti serve?”
“Papà,
ma esistono gli zombi? E tu mi salveresti?”
“Certo
che no, ti darei loro in pasto per scappare io”
“Ti
voglio bene, pa’! ”
“Ma
tu sei quel Cesco veramente? Quello che suonava negli ishwara?”
“…Si,
qualcuno dovrà pur esserlo...”
“grazie di esistere, mi siete stati di ispirazione quando ho iniziato a suonare”
“grazie di esistere, mi siete stati di ispirazione quando ho iniziato a suonare”
“Sappiamo
tutti che il pazzo non sei tu. Sorridi, Francesco, che quando lo fai
sei più bello”
“Senza
di te è tutto così difficile…”
“Ma
come sei andato a snowboardare solo due volte quest’anno con Fede?
Monta su, che andiamo subito”
“hai
capacità dialettica, sai scrivere, sai raccontare, hai sensibilità,
hai mai pensato di scrivere quello che ti è successo?”
“mmmm..no…”
“mmmm..no…”
“Secondo
me dovresti…”(segni#1)
"ma che cazzo di storia! Non so se ridere o piangere! Scrivici il un libro!"
"beh..."
"beh che... Dici sempre che nulla accade per caso...." (segni#2)
"ma che cazzo di storia! Non so se ridere o piangere! Scrivici il un libro!"
"beh..."
"beh che... Dici sempre che nulla accade per caso...." (segni#2)
“Hey
aspetta! Ma io e te ci conosciamo su instagram? Perché ti conosco
solo oggi di persona? Dove eri finito tutto questo tempo...”
“sono sempre stato qui, e
quindi?”
“E quindi niente, con tutto quello che ci siamo detti in questi anni al telefono speravo che oggi, prima o poi, sarebbe arrivato e ti avrei incontrato”
Anche quest'anno dovrei continuare per un pezzo, ma non ce la posso fare, per i bruschettoni carichi di aglio sugli occhi che temo mi si stiano facendo lacrimare. E poi lo avevo premesso. Il mio unico rammarico a questo punto è non potermi ricordare di tutti. Ma è un problema mio, non vostro. Perché ognuno di voi, che siete ancora oggi qui, si merita un grazie grosso così.
Ci becchiamo in centro per una birra; come l'anno scorso, il cielo di Belluno è troppo piccolo per mancarsi all'infinito. Alla vostra!
“E quindi niente, con tutto quello che ci siamo detti in questi anni al telefono speravo che oggi, prima o poi, sarebbe arrivato e ti avrei incontrato”
Anche quest'anno dovrei continuare per un pezzo, ma non ce la posso fare, per i bruschettoni carichi di aglio sugli occhi che temo mi si stiano facendo lacrimare. E poi lo avevo premesso. Il mio unico rammarico a questo punto è non potermi ricordare di tutti. Ma è un problema mio, non vostro. Perché ognuno di voi, che siete ancora oggi qui, si merita un grazie grosso così.
Ci becchiamo in centro per una birra; come l'anno scorso, il cielo di Belluno è troppo piccolo per mancarsi all'infinito. Alla vostra!
Commenti
Posta un commento