Psyco





Lo avevi promesso giorni addietro che ci arrivavi prima o poi a questo “Psyco”, pur sempre con un po’di titubanza su quello che c’è da dire, perchè oh, è Hitchcock, perché oh2, è uno dei migliori thriller di sempre, perché oh3, e basta.


Oltretutto il solo nome del regista ti fa venire in mente che se fosse ancora vivo (vi siete mancati di un bel po’, considerando che dopo 3 anni che sei nato lui passava a miglior vita….) sarebbe una di quelle persone che vorresti conoscere, tale è interessante la sua storia da renderlo una leggenda nella leggenda oltre ai suoi film.



A tal proposito ti incuriosiva MOSTRUOSAMENTE il film si Sacha Gervasi del 2012 che racconta proprio la storia del regista che, raggiunta la fama e la ricchezza, non trova una casa produttrice disposta a investire su quella che sarebbe stata la pietra miliare della sua carriera, Psyco appunto (ok, a tuo parere visto che anche “uccelli” ha i suoi perché)

E ci troviamo ancora una volta di fronte alle convinzioni di un uomo contro il mondo intero. Un po’ come te. Solo che tu sei un pezzente. Ma cosa porta un’uomo a credere così tanto in un’idea da restare solo, fino a tagliare i ponti con il mondo che lo idolatra, impegnando la sua villa, le sue macchine, i suoi averi pur di veder venire alla luce l'idea che lui pensa essere la migliore di sempre?
Semplice. L’idea stessa. Perché quando sai che vincerai, o almeno ne hai la quasi certezza, o sei pazzo o sei capace. E non sai dire cosa lui fosse. Anzi, lo sai fin troppo bene. Lui era entrambi. Oltre a questo non ti permetti di slanciarti in altri pareri, considerando la levatura della persona. Ti limiterai a dire tuttavia (ma non per tua particolare perspicacia visto che è stata la storia a parlare) che l’idea era giusta.

Quello che lui ha visto in quel libro con la sua immaginazione andava ben oltre alla capacità visionaria degli altri, che vedevano solo l'ennesimo “horror” in un mondo di effetti speciali limitati dal periodo.

Ma lui niente. Avanti a spron battuto. Anche perchè il genere thriller, la parola in se' esisteva grazie allo stesso Hitchcock, che negli anni 20 aveva già "buttato li" le fondamenta di un genere con il film muto "The Lodger".

E questo spiega il perchè nessuno voleva cacciare il soldame per Psyco. Perchè il mondo non era ancora pronto a vedere l’invisibile.

Ed è proprio su questo concetto base che hai sempre trovato geniale l’Alfred. E' quel giocare sullo sconosciuto, su quello che non si vedeva, su quell’ansia che qualcosa stava per succedere ma forse non sarebbe mai successo a conferire alla sua carriera la gloria eterna.

Non ti si fraintenda. Più di qualche tua conoscenza ti direbbe che non sei degno di parlare di Hitchcock (apritevi un vostro blog minchiette) e non stai parlando da esperto. Parli come uno che segue i suoi gusti.

Ed il primo Psyco non è invecchiato di un giorno. A chi non lo hai mai visto provoca sempre quel senso di paura, disagio e sinistra e costante tensione che dall’inizio alla fine di questi 109 minuti ti tengono inchiodati alla poltrona. E se funziona oggi, immaginatevi quando uscì nelle sale. Nella tua testa immagini ondate di urla in QUELLA SCENA della doccia.

Non dai voto a chi non si merita di essere valutato per la sconfinata eccellenza della sua grandezza. Lo hai fatto raramente di non dare voti qui. Ti basta immaginarlo li, l’Alfred, dietro alla macchina da presa mentre conta i secondi fra una coltellata perfetta e l’altra, certo che anche se non ancora pronto alle sue idee, il mondo avrebbe gradito e ringraziato.



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