American Beauty





Altra storia parecchio interessante questo American Beauty. Storia che forse capisci in pieno ora, come succede quando l’età ti porta a vedere le cose con una diversa prospettiva.
Quando lo hai visto anni fa lo hai trovato una storia triste, una di quelle storie che ti lasciano l’amaro in bocca per la fine che fanno alcuni personaggi e invece canti una misera vittoria per gli altri, che trascinandosi nella routine di tutti i giorni  riescono a farsi bastare quello che hanno fino alla disperazione totale.

Oggi, che sei vecchiotto ma non troppo, capisci meglio le meccaniche di quel film. E lo trovi non tanto più triste, ma affascinante. Il messaggio che ci leggi oggi è un grossissimo monito verso chi guarda. Un Kevin Spacey magistrale, nel volersi riprendere la sua vita, ti ricorda ancora una volta un po’ te in certi frangenti della tua.
Più vai avanti più le scelte che fai alle volte possono essere giuste, ma anche sbagliate. E quel film li ti ricorda che crescere in base ai canoni classici di come vuole il mondo attorno a te (diplomi, fidanzamento, famiglia, figli, morte) non è altro che una gabbia che mano a mano si stringe intorno a te, lasciandoti sempre meno spazio..
Ma non è questo il punto del film. Il vero nocciolo è che, molto spesso, non c’è nessuno che questo sia in grado di ammetterlo con se stesso.
Perché questa è la sfida allo spirito di iniziativa umana. Imparare quanto spazio ti resta (attorno a te, in anni, mesi e quant’altro) e capire come goderti la vita comunque, godere della bellezza che ti sta attorno perchè il mondo ne è davvero pieno.
A capirlo è il protagonista, in barba a tutto e a tutti. Fun-cool alle ambizioni, ai completi firmati, al lavoro dei sogni, alla moglie ed alla figlia isterica. Capire il prossimo passo, grande o piccolo che sia, è un grosso avanzamento in un cammino personale da uomo libero. E se  non si è abbastanza forti da liberarsi, a scendere da quel folle treno in corsa per vivere davvero si resta schiavi di quello che ci si aspetta da te, e quindi next stop madness baby…
Cast magistrale e personaggi studiati per ironizzare un po’su tutta la società che sta attorno a Lester (il protagonista) e che vista dall’esterno rappresenta quell’enorme parete di cartongesso che con una spinta cade lasciandolo ad un certo punto da solo.

La felicità a momenti fatta di veloci fughe dalla realtà tramite mezzucci futili per dare a tutti il “contentino” in attesa di capire chi si è veramente resta lo stratagemma fasullo per poi tornare a perdersi di nuovo  di fronte a questo specchio che ci lascia soli ed incapaci di riconoscerci, a parte appunto il protagonista.
Voto: 4/5

In un mondo che schiuma di disperazione per i sogni mai compiuti e le ambizioni insoddisfatte questo American beauty risulta quindi essere un manuale di sopravvivenza per chi ancora non ha capito come vivere, e non sopravvivere. Gran bel film davvero

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