lontano dagli occhi (se mi lasci ti cancello)
Cancellare i ricordi peggiori è un esercizio psicologico che, chi ha un minimo di carattere o chi deve farsi una ragione di qualcosa di brutto che gli è successo, di solito fa. Guardiamo ad esempio facebook; quanti di noi quando tagliano i ponti con qualcuno lo depennano dagli amici e/o cancellano le foto nella speranza che quel qualcuno non torni più in mente?
E che si sia d’accordo o no con questa idea, c’è chi (Michel Gondry) ci ha fatto su un film semifantascenzio che ti ha lasciato un segno indelebile.
Vuoi perché in quel periodo (stranamente) venivi lasciato da una tipa, vuoi perché sei incline a rimuginare praticamente su tutto quello che lo schermo ti propina, questo film ambientato in un futuro prossimo (e quindi avantissimo visto che è del 2004) pone un quesito interessante; e se ci fosse davvero chi è in grado, con la tecnologia di cancellare i ricordi?
Oh, per inciso, sorvoli sul titolo “se mi lasci ti cancello” (il titolo originale di questo gioiellino sarebbe stato “the eternal sunshine of the spotless mind") sia un titolo che ti fa salire i pranzi della prima comunione, cresima e festività varie ed eventuali….lasciamolostarelasciamolo questo tasto,cheèmeglio.
Cooooomunque, Joel Barish (interpretato dal forse più umano e per te migliore di sempre Jim Carrey) viene lasciato dalla sua ragazza, la bellissima e post-punk Kate Winslet che interpreta Clementine Kruczynski, una ragazza perlappuntamente da sogno che se ne va all’improvviso.
Cosciente a livello psicologico delle sue possibilità e realizzando il fatto che una così lui non la ritroverà mai più, tenta di riappacificarsi, ma incontrandola lei non si ricorda più di lui.
Da qui il protagonista viene a conoscenza del fatto che lei si è servita della Lacuna, una società che opera nel campo della cancellazione della memoria.
Stop. Il film merita di essere guardato, non spoileri oltre ai limiti dell’umana decenza e blah blah blah….
Ma ti si permetta di dire due cose. Se da un lato la trama è geniale, a ben pensarci è molto triste.
Figa l’idea della cancellazione, fighe le rappresentazioni grafiche di come questo succede nella mente umana….ma provi veramente paura che questo succeda veramente. perché no e basta.
Le implicazioni quali sarebbero se una tecnologia del genere fosse alla portata di tutti? Che chi viene stuprato ha il diritto a farsi cancellare la memoria e chi viene lasciato dalla fidanzata no?
E’ forse questo il vero messaggio fra le righe. Non il fatto in se rappresentato nel film. Perché non escludi a prescindere una procedura della cancellazione della memoria, Ma fino ad un certo punto la temi.
La temi perché intravedi un mercato nero di macellai che queste cose le farebbero a caro prezzo, perché alla fine una macchinetta per dimenticare la troveresti online e finchè l’Italia (che su queste cose arriva puntualmente in ritardo) non regolamenterebbe il chi, cosa e come fa questo ognuno si cancellerebbe la memoria fai da te, o (forse) meglio la nuova frontiera del turismo alternativo sarebbe andare dall’altra parte del mondo, dove queste cose le fanno da anni...
Ecco. Questo e un’imbarazziolione di altre cose hai pensato con questo film. Sorvolando sul come l’umanità si ridurrebbe in prospettiva e nelle generazioni a venire per colpa di questi buchi mnemonici; la consolazione che a livello personale trovi con te stesso è che tutto serve nella vita.
E questo film lo leggi così, come un monito ed uno spunto per una riflessione introspettiva sul quanto ci serva vivere la vita in tutta la sua pienezza, anche laddove non sia facile…
Tagliare i ponti con il passato alle volte risulta più semplice, tutti vorrebbero farlo in maniera definitiva. E questo film semplicemente porta a pensare quanto questo possa essere giusto. E’ in questa triste malinconia che lo trovi geniale.
Voto: 5/5
Il concetto stesso di ricordo serve a crescere, a creare un cuscino di esperienza che rafforza, lenisce e insegna a farci evitare le cadute in futuro. L’umanità senza i suoi ricordi si spingerebbe verso l’apatia ed il distacco totale da ciò che infondo, nel bene o nel male, la rende tanto speciale: le proprie emozioni.
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