La forza dei sogni (Eddie the eagle, il coraggio della follia)





Dopo anni in cui saltuariamente (ma il più delle volte) hai sbattuto il grugno contro la solida parete della realtà facendoti più e più volte male sei ancora abbastanza tutto d’un pezzo per pensare che alla fine la forza di un’idea serva a tenerti vivo.

I sogni aiutano a vivere? Decisamente. Quello e uno scatolone di bende e cerotti. (così su due piedi ti viene in mente l’ultima volta che qualche mese fa ti si è girato il gomito dalla parte sbagliata mente slidavi un handrail con lo skate, ma in tempi recenti ti vengono in mente giusto un paio di questioni a livello umano…)

E così, ridacchianti sotto i baffi al punto giusto, si assiste a questa ennesima ricostruzione romanzata della storia di Eddie "The Eagle" Edwards, atleta britannico in erba che, ad un certo punto della sua vita, dopo svariati tentativi fallimentari in svariate discipline sportive, si trova ad innamorarsi dello sci, affrontando i primi passi su un impianto di discesa artificiale che gli servirài a capire il suo posto nel mondo: diventare saltatore olimpico.

Così, su due piedi la cosa che ti ha colpito in questo film è la figura della madre di Eddie. Benchè negato in tutto e per tutto, questa donna fa di tutto per sostenerlo. A più livelli questo per te è una conferma e l’ennesimo monito come padre.

Non hai mai forzato tuo figlio a fare nulla. Magari continui a ripeterti che nella vita non c’è nulla di peggio del talento sprecato. Ma sai che tuo figlio non è te, e su questa certezza stai cercando di abituarlo a sognare. Almeno finchè potrà (e curiosamente e giuri, di sua spontanea volontà ha deciso di diventare uno snowboarder, regalandoti uno dei momenti più alti della tua esistenza)

MA TUO FIGLIO NON E’ TE. ED I TUOI INSUCCESSI NON DEVONO ESSERE IL SUO RISCATTO SOCIALE.

E la mamma di Eddie questo lo sa. Suo padre un po’meno. Lui aveva grandi piani. Suo figlio doveva fare il manovale. Specialmente dopo anni che il ragazzo continuava ad essere negato in quello in cui credeva.

Per sua fortuna Eddie troverà altri a credere nel suo sogno, ma il vero fautore del suo miracolo sarà sempre e solo lui.

E questo, cari arrotolatori di moccio che guardano il film li in ultima fila ridendo delle disgrazie della commedia umana come fosse una puntata di jackass ci insegna che alla fine, chi ci crede fino a non temere la morte ce la fa. Magari la pillola sembra un po’indorata, fino a risultare l’ennesima zuppa di buoni sentimenti, ma questo film è così. E misericordia, ricordiamoci che è una storia vera!

Tralasci un finale per cui la storia ha già parlato. Chi ha già attaccato le caccole sotto alla sedia starà già googlando il nome di Edwards per sapere chi era. Ma questa discesa vale il costo del biglietto. Lo giuri.

5/5

Una storia coraggiosa che porta a pensare che, per quanto difficile, chi osa vince, al di la del risultato finale ma soprattuto che non sempre ultimo è perdente. La fede cieca è tutto in un mondo dove chiunque stia a guardare senza trarne almeno uno spunto per se stesso non saprà mai e poi mai cosa voglia dire aver vissuto. O almeno averci provato.






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