sick note (il meglio di Netflix secondo te #8)




La pietà umana è veramente una brutta bestia. Distorce la natura degli individui, e se in alcuni casi avere la commiserazione degli altri aiuta, in altri è veramente brutto constatare come, di fronte alla disgrazia (soprattutto quelle brutte) ci sia chi, in maniera ipocrita e meschina, ti da tutto il suo affetto, ricambiando la cortesia che ti dona se si ferma un secondo al semaforo dove hai fatto l’incidente per guardarti.



Ritenete sia cinico, disilluso e forse un po’stronzo? Ritenete che io stia esagerando? Beh, guardatevi questo Sick Note, tanto per iniziare. Capirete che su certe cose non c’è da girarci tanto intorno.
Chiedeteglielo a Daniel Glass, il protagonista di questa ennesima fortunata serie di Netflix. O provate ad immaginarvi al posto suo. Ti diagnosticano il cancro a poco più di vent’anni, tu lo comunichi con discrezione a colleghi ed amici, e chi non ti si filava il giorno prima di striscio poi diventa il tuo migliore amico. Tanto poi muori.

La tua ex ti stava lasciando e dichiaratamente si rinnamora di te per merito del cancro? I colleghi, il capo, il mondo intero ti fanno favori e ti dimostrano il loro affetto mentre prima nessuno ti cagava di striscio? 


Credo fermamente che questo "Sick note" inizi come un film sulla disgrazia della condizione umana. Ma il punto è un altro. Quello a cui si vuole veramente arrivare con questa prima stagione era valutare l’ipocrisia della gente che ti si stringe attorno quando la sfiga ti si para davanti. E non mi si fraintenda. Ognuno ha bisogno di qualcuno prima o poi. E ben vengano gli amici, ma personalmente a me bastano quelli, ma quelli che conti sulle dita di una mano, per intenderci.

Solo che Daniel, vista la sua natura caratteriale di cui parlerai il meno possibile per non spoilerare, capirà fin bene il reale valore della sua condizione. E nell’ombra tramerà la sua strategia, approfittandosi della gente che si approfitta di lui per avere il suo quarto d'ora di notorietà che farà ottenere praticamente quello che vuole al nostro malcapitato.

Come dicevi all’inizio, questo è l’ennesimo ritratto sulla natura umana che Netflix fa. Come Atypical, American Vandal e quant’altro, con questo film si parte da un concetto semplice per svilupparlo attraverso implicazioni etiche e sociologiche. Il mondo di Daniel sarà fatto di ruotine di tutti i giorni. Saranno situazioni equivoche sulla sua persona e sul suo problema a farlo relazionare al mondo di cui parlavo. Ed alla fine servirà anche a lui per capire il reale valore della gente che gli sta intorno.

Questa prima stagione parte bene con i suoi onestissimi sei episodi, gettando le fondamenta per una serie border line i cui spunti buttati-là-non-troppo lasciano sperare per il proprio futuro.

Voto: 4/5

Eccelsa ma non eccellente, ti trovi nel ruolo di valutare una serie che, se curata e nutrita bene saprà distinguersi. Per ora, dopo i primi sei episodi, la voglia e la curiosità ci sono tutte di sapere comne andrà a finire

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