Non è un paese per vecchi
ah ok. Era la Elena. Oh Elena, fatti viva e dimmi come l’ho scritta sta recensione. #sulseriolopenso che devi dirmelo. (A parte la seconda persona, #tunonseivirginradio)
ok. Iniziamo.
L'umanità, o buona parte di essa, fa schifo. non è un messaggio con cui sai attirerai tanti lettori in questa postata. Ma la fotografia di questo film dice esattamente questo. non c'è una via di mezzo. Là fuori, oltre ai verdi giardini tutti uguali, alle piscine gonfiabili con i bambini dentro, una buona parte dell'umanità fa schifo.
L’onestà degli uomini retti, vigili e virtuosi, anche quelli che penseresti non potrebbero farsi mai corrompere, tutti noi, insomma, hanno un prezzo. E per piacere, evitate di dire “no, io no”, semplicemente perché se non avete ancora varcato la linea e qualcuno non vi ha messo abbastanza sul piatto della vostra integrità. E non sperateci. Prima o poi succederà.
Non sei pessimista. Perché si, è capitato anche a te di aver avuto un prezzo che hai pagato con la tua, di integrità. Il fatto è semplice. A quel punto hai deciso di scegliere. O ti lasciavi andare in tutto e per tutto, o ti fermavi ascoltavi quella voce dentro di te che diceva: “cazzo, devi fare qualcosa Francesco”
Il risultato? Non sta a te raccontarlo. Quello che pensi faccia di te un essere umano migliore sia il pensare che tutti sbagliano. E che tutti hanno un prezzo. E che alla fine le scelte che fai rappresentano quello che sei
Ed in questo film quelle posizioni ci sono e sono ben delineate da quella linea che divide i lupi dai cani da pastore. Il resto sono le pecore ignare che brucano felici. Beate loro. Perché a diventare un lupo si fa presto. E quando lo diventi, e non ti fai più tante domande, è finita. I cani da pastore saranno meno. Ma il gregge è il gregge. E loro, sempre a guardarsi intorno per le minacce saranno sempre meno, perché i lupi arriveranno in branco.
A differenza dei lupi però, I cani da pastore non avranno paura di lottare, per tre motivi. (cazzo, a questo punto potevi scrivere la recensione di american sniper) Il primo è che loro sono nati per difendere le pecore. Il secondo è che loro non hanno paura, perché il cane è molto più fedele ai suoi principi ed istinti di noi umani, ed il terzo è perché dietro di loro c’è il pastore, che con un calibro 12 proteggerà i loro culi pelosi.
Ed a questo punto quale sia il ruolo dietro ai cani, ai lupi ed al pastore, la verità è una ed una sola: che in questi 122 minuti dei tuoi amatissimi fratelli Coen (che notoriamente hanno sempre fatto film di merda 😊 ) In questo mondo posto per i buoni proprio non c’è. Perché passare da cane da guardia o da pastore a lupo famelico è forse troppo facile o conveniente. Specialmente nel deserto, distante da tutto e tutti, dove tutto può succedere.
Non ci troverai i matti a bestemmiare o a pisciare per terra, lì, nel deserto. Solo trafficanti intenti a fare enormi traffici di droga, o a regolare conti a suon di piombo cattivissimo, ed anche quando Llewelyn Moss, protagonista interpretato da un grande Josh Brolin, si troverà a saccheggiare i resti di una sparatoria dopo che questa è avvenuta, trovando una paccata di soldi, capirà che a quel mondo spietato lui non può, non vorrebbe e non è all’altezza di appartenere.
La domande allora saranno: quando dei narcotrafficanti si stancheranno di cercare il denaro da lui rubato passando per caso di là? Ci sarà un posto abbastanza sicuro nel mondo per lui dove nascondersi? In un mondo spietato così uno ci arriva alle risposte. Ma evidentemente non sono uguali per tutti.
Voto: 5/5
Un Tommy Lee Jones nel cast completerà una storia intensa, disillusa, frenetica come poche ne hai viste in questi anni, protesa a darci da pensare a che razza di posto il mondo alle volte sia diventato, perché lo si sa, per quanto alle volte la finzione superi la realtà, da un film così diresti che c’è solo da sperare che se non si è in grado di essere cani da pastore almeno ci si nasconda nel gregge in attesa di tempi migliori. Se torneranno.
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