360 flip - Gratitude (la colonna sonora della tua vita #12)



Tiriamola corta, per piacere. E non perchè questo "gratitude" non mi sia piaciuto. anzi, tutt'altro.




Il  punto è un'altro. Ritrovare il chitarrista dopo tempo immemore sotto allo stage che avete diviso a Pasqua scorsa, ti ha fatto incuriosire sul fatto che questi 360 flip, differentemente dal gruppo dove suonava l’ultima volta che vi siete visti e che non vi conoscevate, fanno (grazie al cielo) lo skatepunk che ti piace tanto.



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Ma prima di piombare dentro all’ennesimo fiume di parole su “come suona e come hanno fatto”, della serata passata insieme ad aprire band più grandi, mi torna in mente quella ragazza alta un metro e una fisherman dagli occhi più azzurri di sempre che, accompagnandoli quel giorno, mi fa notare quanto questi baldi ragazzotti potrebbero ricordarmi i primi Satanic surfers.



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Alle parole della roadie/fata/forse-ragazza-di-qualcuno-di-loro nella mia testa rieccheggia ancora dopo anni quel glorioso "songs from the crypt" della band svedese (magari forse non il loro migliore disco, visto che era una raccolta di pezzi vecchi, ma comunque di buon livello; parliamo pur sempre dei Satanic Surfers!)



E nel gioire di questo, faccio pace con il mondo. Perchè quando le premesse nelle nuove generazioni sono queste, c'è sempre da sperare che la musica, questa musica, almeno riesca a trasmettere i messaggi che integra in sé da sempre, portando nelle nuove band e nel genere tutto un fondamentale rispetto al retaggio che ci porta qui, oggi.



E ad ogni modo, Approvo completamente la scelta di non andare oltre oceano (con i soliti casi scuola da seguire che si, sono avanguardie, ma anche qui in Europa sappiamo difenderci quando si tratta di buona musica, RICORDIAMOLO) per cercare ispirazioni ed idee quando si fonda un gruppo. E NON MI SIA FRAINTENDA, caro debosciato che stai leggendo. Non sto dicendo che questi 360flip stiano copiando spudoratamente dal Big di turno. E ascoltando questo gratitude questo lo si capisce benissimo. Certo, la voce (ed è solo che positivo) ricorda  quella  di Ulf Lundell, primo cantante della band svedese, ma c’è molto di più. Nelle basi, ad esempio, e come detto, si nota un distacco da mamma California, con scelte stilistiche molto più orientate a pezzi non sempre solari, lasciando spazio a tematiche che partono dalla sfera adolescenziale in cui si esce dai pensieri giovanili e si entra in quel momento in cui la vita comincia a farsi più pressante.


Personalmente ho adorato quel basso sia ne suono che nei giri sempre in costante e dinamico movimento che colorano molto queste canzoni, ritrovandosi ad esempio con quella "keep refreshing" che parla di cambi di prospettiva con il linguaggio delle generazioni internettizzate. Nella sua semplicità hai adorato anche "Linda", che per inciso, canticchi alla mattina andando a lavorare.

In buona sostanza, questi 360 hanno fatto un lavoro degno, portando con questo gratitude la torcia della conoscenza per chi, dopo tutto ascolta musica, forse da troppo tempo, senza chiedersi troppo il perchè.



Voto: 4/5

Come ho già ripetuto più volte, chi la musica l'ascolta e basta e chi la suona ha due tipi di consapevolezza diversi. E come questa band ci insegna, a giochi fatti, per chi suona creare musica è una grossissima responsabilità, che va comunque vissuta come parte di un'evoluzione per l'umanità. passo, dopo passo, dopo passo.




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