Eyes wide shut (accadde oggi#7)
Ferma tutto! oggi nasceva la Kidman, quale migliore occasione per
sbattere la contessa come immagine principale della postata e dimostrare la tua
avvalorata tesi che andavi snocciolando ieri con una tua amica al bar in base
alla quale, una postata con un'immagine di calcio o di donne desnude
incrementeranno i click sul questo blog?
Benvenuti quindi debosciati, fenomeni senza tempo e italiani medi!
Come premettevo poco fa oggi Nicole Kidman nasceva qualche anno fa (non si dice
l’anno esatto, si tratta di correttezza verso la contessa) e personalmente io la associo a quel
grandissimo “Eyes wide shut” che ho adorato per svariati motivi che vado ad
elencare andando "a braccio":
1- è la Kidman, per Dio.
2- è un film di Stanley Kubrik, per Dio!
3- è la Kidman, per Dio!
4- Ultimo, ma non meno importante, questo film rappresenta, come
nella stragrande maggioranza dei film di Kubrik, un'asprissima critica al
cosiddetto "marcio" della società. Come può non piacere ad uno come
me? 😊
E poi, diciamolo posizionandolo fuori dal podio; chi è nato dopo
il 2000 non sa nemmeno lontanamente chi sia Kubrik o cosa sia questo film!
Cristo santissimo, a ripensarci alle volte mi metterei una doppietta in bocca e
con il pollice mi polverizzerei le cervella dalla disperazione, perché questo
film, per quanto inquietante possa essere, è arte.
E nel rimandare a settembre le nuove generazioni imponendo loro di
andare su Wikicoso a vedere cosa è chi, la sberla sul coppino più violenta
arriva quando l’imperativo diventa tassativamente ritrovare questo film per
vederlo tipo ieri.
Di cosa si parla, in questi 153 minuti? Fondamentalmente, di noia. La
noia di un matrimonio naufragato. La noia del voler vedere oltre a quella comfort
zone dell’avere una bella moglie annoiata, un lavoro che da soddisfazioni e che
ti permette di aver tutto, e la curiosità del potersi affacciare a quella
finestra aperta sul mondo di quell’uno per cento dell’umanità che vive oltre ai
limiti dell’inimmaginabile. Quella di quelle feste proibite dei big che possono tutto, dei politici, dei milionari che vi partecipano nella
totale esclusività di un lusso sfrenato. Quella, che, per inciso, i minchietta
che battono la piazza tutti i giorni non possono nemmeno sognare.
A capirlo a proprie spese saranno Bill (Tom Cruise) e Alice
(LACONTESSA © ) che vedranno il loro matrimonio crollare. Le funeste conseguenze
porteranno la coppia oltre ogni limite concepibile e con le conseguenze del
caso di chi, per una volta, vuole vivere come gli dei dello scandalo che vivono
nelle pagine dei rotocalchi scandalistici e che sono distanti qualche sistema
solare dalla vita di tutti i giorni, quella degli uomini di buona volontà le
cui preoccupazioni restano pagare le tasse e portare avanti le loro “miserabili
esistenze”
Personalmente trovo geniale la scelta dei protagonisti: Quando ho
visto questo film l’ultima volta (un mesetto fa) dalla posizione in cui sono penso che il diavolo stia proprio nei
dettagli. Il senso di impotenza provocatomi dal binomio Cruise/Kidman mi ha fatto
pensare che, se una coppia giovane e bellissima non riesce a funzionare, come
si può fare a trovare una soluzione per tenersi la comfort zone del matrimonio
bella stretta? Non che poi io sia un buon pulpito da cui predicare, ma a ben
guardarli, i film dello Stanley questo sono: una verità che, ognuno di noi ha
sotto gli occhi quotidianamente: un messaggio di critica ad osare ma non
troppo, a non darsi per vinti, a cercare di riconoscere, in fondo i limiti del
mondo che abbiamo intorno, ed a guardarci bene dagli stessi, qual’ora il
superarli distrugga i ricavi a fronte di spese insostenibili.
Voto: 5/5
Non che questo film facesse urlare al miracolo è una frase bruttissima per finire questa recensione, ma allineandola a tutto quello che Kubrik ha fatto in vita sua, in fondo, non c’è da stupirsi; questo film è tutt’altro che mediocre. Risulta semplicemente l’ennesimo gioiello della sua filmografia, fatta di film perfetti. E quando uscì, in quel lontano 99, sarei pronto a scommettere tutto quello che ho che la gente sapeva che i soldi del biglietto erano ben spesi, e nessuno si sarebbe stupito della qualità di questo suo ennesimo lavoro eccellente.
Non che questo film facesse urlare al miracolo è una frase bruttissima per finire questa recensione, ma allineandola a tutto quello che Kubrik ha fatto in vita sua, in fondo, non c’è da stupirsi; questo film è tutt’altro che mediocre. Risulta semplicemente l’ennesimo gioiello della sua filmografia, fatta di film perfetti. E quando uscì, in quel lontano 99, sarei pronto a scommettere tutto quello che ho che la gente sapeva che i soldi del biglietto erano ben spesi, e nessuno si sarebbe stupito della qualità di questo suo ennesimo lavoro eccellente.
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