Questione di prospettiva



La spaventosa crescita di mio figlio non smette di stupirmi. In questi ultimi mesi l’evoluzione del Federico-pensiero si sta gradualmente spostando dal semplice chiedermi cosa ne penso di questo e quello, ad aprire verticalmente gli argomenti, fornendo all’orizzontalità di quello che facciamo o che proviamo insieme a livello temporale degli spunti di ragionamento che sfiorano la premonizione delle idee che vengono in mente a me. Posto che, non credo ci voglia un granché a mettersi a livello della mia capacità intellettiva, colgo in questa premessa lo slanciarmi, ancora una volta, verso il mondo che si para davanti alle generazioni future. E vedere questo “big mouth” è l’ennesima conferma che, a pensare come la media dei genitori (per cui ho rispetto, sia chiaro) io stia, ancora una volta, sbagliando.

Il fattore generazionale che porta Netflix a parlare di sesso un una serie animata a cavallo fra l’adulto e il politicamente scorretto, mi fa ripensare a quando I “Simpson” irrompevano in Italia passando come scandalosi. A riguardarli oggi, “i fottuti ometti gialli” (li definiva così il Times, se non vado errato) risultano divertenti ma non scorretti, figli di un tempo ed un contesto che ora lascia indifferenti, ed al tempo forse messi esageratamente alla gogna per una battuta in più su un paio di chiappe o per quel (UDITE UDITE) “ciucciati il calzino” detto da Bart alla propria maestra.

Casi estremi ed analoghi oggi ci arrivano dalla TV on demand. Per quanto riguarda Netflix, esempi come “Paradise PD” o questo “Big mouth”  sono il sottoprodotto di una società che ha saputo evolversi, prospettizzare dei messaggi che, ai più bacchettoni fra di noi, non sono altro che uno specchio troppo scomodo attraverso cui specchiarsi. Mostrare i genitali in un cartone, due adolescenti che limonano in maniera maldestra o una scena di sesso “quasi esplicito”, rappresentano forse un tabù grande così ai nostri occhi adulti che, in alcuni casi, ce ne stiamo li a guardare ancora nel dubbio esistenziale del saper spiegare ai nostri figli come si infila un preservativo, o come infilare il pene in una vagina e soprattutto perché (mi si scusi la puntualizzazione di parte, ho un maschietto).

Ma provare a spostare il mio punto di vista adulto (hai quarant'anni, Francesco, sei un uomo ©) e cercando di vederla attraverso gli occhi di Federico, mentre guardavo le prime puntate di questa serie, mi è servito a capire che, l’imbarazzo provato tempo fa quando mi ha chiesto cosa sia la spirale (questa è la segreteria di Francesco, riprova più tardi Federico…) o a cosa serva lo sperma, o cosa si prova durante un orgasmo non avrebbe trovato che miglior risposta in questa serie che si, alle volte scende nel diretto, ma fa fondamentalmente ridere. Agli occhi di un undicenne quale è, i messaggi più estremi si appiattiscono in un marasma di battute che potrebbero fare due scolari che si trovano in corridoio mentre vengono espulsi dalle loro rispettive classi.

Ed allora, a quel punto l’enfatizzare tali discorsi in televisione, non fa altro che sdoganare temi intimi come omosessualità, contraccezione ed aborto come argomenti che ci sono,  e di cui, ahimè, nel 2019, si fa ancora fatica a discutere. Gli stessi argomenti che, alle volte, lasciano più noi adulti senza parole di quanto i nostri figli curiosi di imparare, trovando in questo “big mouth” un terreno comune in cui capire insieme.

Voto 5/5

Si, voto pieno. ascoltare una storia di crescita pre-puberale ed adolescenziale attraverso gli occhi di un gruppo di ragazzi come tanti non è mai stato così divertente. anche per me.










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