Ricordi sporchi, ricordi belli

Recentemente qualcuno mi ha detto che tratto argomenti talmente specifici in queste pagine e che, per questo, rischio di sembrare troppo snob. Personalmente sono sempre aperto (fin dove possibile) al dialogo, ed una considerazione come questa non può che farmi riflettere. Poi, sui socccccial irrompe come un tuono potentissimo questo trailer.  E' ufficiale: Netflix racconterà una delle storie del rock più incredibile di sempre. Quella Dei Motley Crue.

In me riaffiora il Francesco di 24 anni fa. Incazzato, spensierato, inconsapevole con quel suo chiodo ad inchiostrare tavole di illustrazioni a scuola, con quella "Kickstart my heart" del gruppo di cui si parlerà molto presto su Netflix, rischiando di farci vedere il “Mockumentary” evento della TV quest’anno.

La sparo troppo alta? Mah, non credo. E non sta a me spiegare chi sono i Motley Crue. Rischierò di passare per snob, cara ragazza del negozio in parte al mio ufficio. Ma mettermi con lo spiegone di quello che questi quattro sbandati senza Dio, Patria e Padrone abbiano significato per la storia umana della musica è talmente ingombrante, importante, inspiegabile che non mi sento nemmeno di prendermi la responsabilità. Scusami Frikkettona, in questo caso è veramente troppo per me il solo pensare di provarci.

E poi, come faccio a spiegare dei personaggi come Nikki Sixx o Tommy Lee in queste poche righe? Direi che, per chi non ha una vaga idea di cosa stiamo parlando, l’ovvia soluzione sarebbe di prendere il libro da cui questa monumentale ricostruzione dei fatti è partita.

Perché, noi comuni mortali, me compreso, non riusciremo mai a capire lo stile di vita, gli eccessi, i sacrifici e la disperazione di una band che, a questo punto viene consacrata così, a quasi 40 anni dalla sua formazione.

Alziamo boccali, corna, dita medie  e tutto l’alzabile al cielo. Ladies and gente, here comes “The Dirt”.