Black mirror (il meglio di Netflix secondo te#4)



Se scavi nei recessi più polverosi della tua mente, ricordi con piacere che quando avevi più o meno 10 anni la finivest dava in prima serata e 1/2 (orario che oggi coincide con la primissima serata) una serie sbalorditiva in TV che si chiamava "ai confini della realtà".

Il titolo sorgeva in realtà (ma lo avresti scoperto qualche anno più tardi) da una serie ancora più vecchia, che era the twilight zone. Potresti regredire per una mezz'ora buona sui collegamenti tassonomici fra questo e quello.... ma anche no.

Detto ciò, questa "ai confini della realtà" Era un contenitore di storie apparentemente slegate fra di loro che avevano l’unico denominatore di essere storie spaventose e sinistre su situazioni paradossali e fuori dal comune. E badate, non si parlava di horror. Ma di situazioni che, slegandosi dalla realtà (ma vaaaa?) creavano un’inquietudine di fondo.

Hai un vago ricordo di quelle che ti sono restate più impresse in realtà.
La più bella era sicuramente quella della tipa che in giardino piantando fiori trovava una scatola con un ciondolo che, se indossato, le permetteva di fermare il mondo a comando. Poi c’era il tipo che, impossibilitato a prendere l’ascensore in un grattacielo altissimo, prendeva la tromba delle scale e queste non smettevano mai di finire, costringendo il tipo ad uscire da porte a caso e ritrovandosi in svariati punti della terra in svariate ere, restando bloccato li per anni.
Ecco. Questo è quello che ti è venuto in mente quando due giorni fa ti sei guardato questo “Black  Mirror”
E non hai potuto far altro che restare attaccato alla tv fino a che, sta mattina, ti sei svegliato li. Ricordi di aver visto  almeno le prime tre puntate da inizio a fine. Poi google home ti ha svegliato con i Propagandhi appalla.
Cosa pensi di questa serie? Che l’horror, lo sci-fi e tutto quello che sembrava sepolto da anni hanno trovato una nuova, sinistra e rinnovata linfa nel sottobosco delle produzioni di film sul generis.

E tu che non credevi fosse possibile. Se qualcuno ti vedesse ora, mentre scrivi, ti vedrebbe in uno stato di grazia. Perché, ora lo sai, certe cose sono ancora possibili. E questa serie secondo te traspone i valori della sua maestra dalla quale dimostra di aver ereditato idee e grandezza pur assumendo una dimensione tutta sua. Una prova di grande creatività portato, per ora, ad un grande risultato.

Si parlerà di contesti attuali, sia andando tanto in la con gli anni, sia tornado indietro rispetto al mondo di oggi.
Black mirror è una frustrante crisi esistenziale di un uomo sposato per colpa di un sistema di archiviazione della memoria, è la caduta di un politico costretto ad un gesto estremo per volere di non si sa chi in cerca di vendetta.
Ma è anche una patologia dovuta ai social network, o un futuro spietato in cui ci viene imposto chi amare e con chi fare sesso, o un estenuante inseguimento di una donna in un futuro distopico da parte di un cane robot preposto a tale scopo sempre da non si sa chi.

Le storie vengono pescate apparentemente senza criterio, e la cosa bella è che ad ogni nuovo episodio, tentando di capire cosa stia succedendo, si è sottoposti ad un’aspettativa sempre maggiore, che focalizza ulteriormente l'attenzione su quello che stiamo guardando. Il risultato è eccellente. La sete della nuova storia diventa atavica ed a quel punto si dipende talmente tanto da quella serie che ogni frammento è come un ghiacciolo nel deserto per uno che sta morendo di sete.
Non ci sono riferimenti in questa serie, solo spietate finestre temporali in cui individui deboli e vulnerabili (in cui a tratti prima o poi ciascuno di noi, nessuno escluso, si riconosce) cadono di fronte alle loro peggiori paure.

E questo ci porta alla conseguente conclusione: L’immedesimazione alla base di tutto. La paura del “e se succedesse davvero, per quanto improbabile ma possibile?”
Perché è tutto talmente ben fatto ed al tempo decontestualizzato da risultare l’ennesimo monito per l’umanità e la resistenza umana tutta.

Voto: 5/5

La totale mancanza di cornice in questo quadro generale non serve ad esaltare la bellezza del quadro stesso. Il quadrò è bellissimo così, per quanto possa sembrare inquietante e surreale. E come è e resta sempre senza tempo. Ed alla fine non ci sono scuse per ignorarlo per sempre. Che siate ansiogeni, claustrofobici, aracnofobici o qualsiasi sia la vostra paura vedere “Black mirror” non fa altro che gettare dei punti di luce indefiniti nell’esistenza di tutti noi su quello che eravamo, che siamo o che saremo.
O in alternativa su quello che potremo dover affrontare ad un certo punto della nostra vita.
Chi vivrà vedrà.

P.s. Mi spiace. Non trovi un trailer in italiano.

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