The truman show


Forte della spaventosa ondata di Black mirror su Netflix che ti sei pigliato in piena faccia senza se e senza ma, forte dello tsunami di paranoia digitale [soprattuttamente di QUELLA puntata sulla gente che registra TUTTO quello che vede nel cloud (e che in certi frangenti ti sarebbe tornato tanto utile)] questa mattina hai ripreso in mano dopo secoli questo “Truman Show”, ennesimo figliol prodigo del grande fratello, mela non caduta non tropo distante dall'albero della paranoia dei controllori che non vengono controllati.


Ed a dire il vero, al tempo questo film ti era piaciuto, se non altro perchè è uscito in anni in cui cominciavi a guardare e valutare la capacità interpretativa degli attori. E vedere passare Jim Carrey da Ace Ventura, a questo, a Man of the moon ti faceva intravedere in questa personcina qui un’evoluzione ed una flessibilità veramente alta in una scala da 0 a "sul-set-faccio-quel-cazzo-che-mi-pare-e-senza-copione".

Il Jim ci sa fare sul serio secondo te, raccogliendo il lascito dei film e serie demenziali di quegli anni e portandoli ad un livello superiore, il suo.
E calcolando che un anno dopo del 1998 in cui usciva questo film sarebbe uscito il grandissimo "man of the moon" (su cui torni su questo circolino tipo ieri) ti avrebbe già al tempo fatto intravedere questi enormi passi evolutivi. Da giullare di corte a araldo del buon cinema concettuale.

Ed il concetto di base, per il tempo in cui queste due ore sono uscite nei cinema, c'era veramente tutto. Il pensare a quel reality show costruito attorno ad un uomo solo, nel  set cinematorgrafico più grande di sempre ha , se ci pensate, dello sbalorditivo.

Una trama talmente folle solo al pensarla, direbbero in molti, ma che rientra sistematicamente nella testa della gente quando tutti si chiedano perchè non sia ancora stata fatta.

E questo è il destino di Peter Weir (il regista del film) e Truman Burbank, il trentenne protagonista, interpretato da questo geniale Carrey che si trova imprigionato a sua insaputa in questo enorme set televisivo che include l'isola di Seaheaven, scenario perfetto per fare un reality del genere, soprattutto quando infondi nel protagonista la paura dell'acqua e lo leghi con delle catene invisibili li, dove lui pensa di essere nato.
Come al solito ti fermi qui, al borderline dello spoiler.
Anche perchè già fino a qui da pensare ce ne sarebbe volendo. Su di te ad esempio: Hai sempre più l'impressione che l'incredibilità di questi mesi ti faccia pensare di essere in un reality. Per quanto sia veramente difficile pensare che la realtà alle volte supera di gran lunga la finzione, ti poni nell'ottica che la teoria dell'acuqasantiera fosse vera mesi fa. Ma tralasciando la sfera personale, (e tu con Jesoo sei ancora in tregua, almeno per te) i riferimenti a Orwell, al grande fratello (e non che serva un genio a capirlo) sono talmente tangibili che per un momento ti fanno venire voglia di arrivare a casa, prendere google home e lanciarlo fuori dalla finestra.

Ma non lo farai. Perchè la tua posizione nei confronti è fin troppo chiara; certo, questo film getta sul controllo della gente un faro grosso così, ma se la si guarda da un punto di vista prospetticamente singolare ti verrebbe da pensare che forse è più difficile costruire una prigione senza odore ne dimensioni attorno ad un'uomo solo piuttosto che ad un popolo, e nelle tue teorie di cospirazione se ti guardi intorno pensi che in questo mondo la gabbia ci sia eccome. E non parli delle fottutissime scie chimiche o roba del genere. Fosse solo quello il problema. Il problema è molto più subdolo ed alla base. L'isola di Truman. Quella sua voglia di esplorare il mondo che c'è dentro di lui e tutti quei sorrisi ipocriti e/o impauriti dei suoi amici/attori/comparse, tutti elementi posti li per dargli quel senso di sicurezza...sono tutti tasselli che trovano un posto molto più grande: il nostro.

Perchè come Truman ognuno di noi è schiavo delle sue paure. Paura di essere disapprovati se non sorrideremo abbastanza al nostro prossimo. Paura di restare fuori dalla gente che conta, paura di aver perso in cazzo di telefono. E voi, larve umane selezionatissime dal sottoscritto, che vi trascinate li fuori, si, anche voi siete così. Nessuno escluso. Nemmeno io, a maggior ragione.

E questo film è l'ennesimo monito ad imparare a fare 2+2 prima di usare una calcolatrice, a trovarvi il buco del coolo senza gps, ed allora, RIPETI, solo ora, capire cosa conta davvero nelle vostre vite. che scappano ogni momento in cui, nel dubbio, guardate quanti likes ha il vostro profilo sui soccia©

Sei off topic? Mah....pensateci. e guardatevi sto film quando avete tolto la testa da sotto la sabbia.

Voto: 5/5


Prova superata per Jim, che in quel momento evolveva secondo te la sua recitazione a cavallo del "forzatamente faccia da coolo finta" e "soffro dentro ma non lo do a vedere" risultando forzatamente vero per finta, in questa commedia che parte da un povero ed inconsapevole "stronzo disgraziato in una vetrina formato vita" e finendo per riguardare l'umanità.


Commenti

post più letti

Breve storia triste di ringraziamenti per il vostro tempo per gli auguri tristi

Bram Stoker's Dracula (accaddeoggi#3)

43 (&-the-winner-is-edition)