I giocattoli della nostra infanzia (il meglio di netflix secondo te #3)
Chi ti conosce abbastanza intimamente (non serve completamente, basta un pochino) ed entra in casa tua oggi vede un museo fatto di svariati strati geologici di giocattoli, videogiochi, lego, fumetti, libri di illustrazione e quant'altro, sa che il valore della roba che ammassi ha per te un fondamentale valore culturale, a differenza di chi ti giudica per essere un adolescente a 40 anni. Non sta a te spiegare il perchè la tua vita abbia preso, chessò, negli ultimi 35 anni, questa piega.
Ma lo farai lo stesso, perchè a suon di guardare la tua bellissima casa ti sei convinto che:
A- Un fumetto, una rivista, un videogioco, un film sono tutti frammenti di periodi in cui quando sceglievi di comprarli realizzavi che quell'oggetto o quella particolare cosa rappresentavano un simbolo del proprio tempo. Che fosse Voltron, un g.i.joe, un anime o un videogioco ps1 o per il super Nintendo, tutto quello che hai raccolto negli anni è roba veramente buona.
B- Il tuo retaggio, fatto anche di questo, ti fa stare immensamente bene. Ma sul serio. Ti fornisce quel link con il tuo passato tale per cui quando entri in casa tua, quella dove vivi ora, ti senti veramente a casa. E qualsiasi cosa farai, che sia sfondarti di videogiochi, guardare un libro di illustrazione, film o quant'altro svetti nei tuoi scaffali tu sai che starai bene come solo pochi possono capire.
E non sembri essere il solo a pensarla così. Netflix infatti nella sua sezione documentaristica ha inserito da tempo "i giocattoli della nostra infanzia" (gli emmerigani la chiamano "toys that made us" citazione acculturata citando la famosa catena di negozi di giocattoli "Toys R US", nome a sua volta molto figo seconde te per il gioco di parole implicito)
E come serie funziona. Il format è semplice. Si parla di giochi sviscerando ogni aspetto in merito a questo o a quello. Il giocattolo viene sdoganato come forma di cultura (come piace appunto a te), e viene trattato come un oggetto culturale inserito nella sua finestra temporale. Una visione matura insomma, dove dietro ad un mattoncino di lego (o ad una barbie, o ad una compagnia che produce giocattoli) ci sono aneddoti, storie difficili su idee che non sono mai decollate o intuizioni apparentemente insignificanti che hanno per sempre segnato le nostre generazioni.
Inutile dirlo, tu ami questa serie. Dal gingle iniziale fino al montaggio superlativamente superlativo, passando per la suddivisione delle tematiche per puntata, questa serie è cultura che parla di cultura.
C'è solo una maniera per poter godere di più (no, non è il sesso) di quello che viene mostrato in quei 30 munti a puntata, e sarebbe avere la possibilità di averli, alcuni di quei giocattoli; o almeno di poterli ctoccare una volta nella vita.
Quello che adori sopra ad ogni cosa è che, oltre a quanto detto, la visione matura di quegli anni è, in ognuna delle dimensioni parallele conosciute, una lezione di marketing da seguire con attenzione.
Il capire cosa funzionò alla prima release delle action figure di Star wars e cosa fece collassare quelle di Star trek, è senza obra di dubbio uno spunto di riflessione ed una lezione di storia recente su cosa oggi può funzionare e cosa no.
La forza di un brand dettata dai copyrighters che scrissero la biografia di un giocattolo, dai grafici che seguirono le campagne ed i registi con gli spot, sono tutti elementi che, uno come te, non può non prendere in considerazione oltre al valore stesso degli oggetti trattati in queste prime 8 puntate. e non stai nelle braghe a sapere che la terza stagione in arrivo, dove i rumors parititi dalla grande N rossa presagiscono cose che ti gettano non una scimmia, un orango sulle spalle che usa la tua testa come tam tam.
Tanto, ad aver ei tuoi interessi c'è sempre il rischio che i più pensino che la tua testa è vuota :)
Voto: 4/5
il 4 perchè, dopo anni, hai visto la puntata dei g.i.joe nella quale si parlava del più grande giocattolo di sempre: la uss Flagg, porta arei di cui riporti una foto. Vederla così ti ha fatto male:
e pensare che in Italia l'avranno avuta in 4, forse 5 odiatissimi dai novenni dal resto dello stato ti fa venire veramente voglia di morire. Sooca casa di barbie, io ce l'ho più grossa! (la casa)
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