L'alba dei morti viventi (accadde oggi #4)
Fermi tutti. Il fatto che oggi nel 1986 uscisse questo storico fumetto che ognuno di noi fra i 25 e i 40 dovrebbe aver letto non è solo una celebrazione di una di quelle che secondo te è un’eccellenza Italiana; la commistione di intenti, interessi tuoi, figaggine, unite a questo cambio di direzione che la Bonelli attuò per traghettarsi negli anni 90 è un pretesto per alzarsi in piedi all’unisono e iniziare 90 minuti di applausi ininterrotti. Datemi un amen gente. E andiamo....
Da sempre leader nel settore dell’editoria fumettara Italiana, la Bonelli ha saputo sempre distinguersi per le sue idee innovative ed i suoi personaggi che, negli anni, hanno saputo catalizzare l’attenzione di legioni di ragazzini, uomini, donne e in qualche caso anche bambini di svariate generazioni che si sono trovati almeno una volta a sfogliare un album a fumetti di questo o quel personaggio.
Personaggi come Tex, Nathan Never, Mister No, Zagor , la cumpa tutta hanno riscosso un discreto successo, a parer tuo forse ricadendo dagli anni 70 un po’ vittima dei propri stilemmi, ma pur sempre facendosi guardare con rispetto (anche quando li si trovava verso i 90 in quei fastidiosissimi cestoni incelopphanati a gruppi di tre a prezzi stracciati assieme a pacchettoni di fumetti porno).
Da sempre i personaggi si sono mostrati come degli esempi di integrità, dei modelli di comportamento che, nella maggior parte dei casi, nella loro castità si facevano ammirare per la grandezza delle loro imprese e per la loro rettitudine.
L’eroe inteso dagli emmerigani come detentore di superpoteri e per i suoi contesti fuori dall’ordinario, qui in Italia era un cowboy dalla pistola veloce che sapeva dialogare e conosceva gli indiani quando i confederati volevano prenderli a cannonate, o un investigatore del futuro che eccelleva per la sua capacità intellettiva, e si trattava sempre e comunque di persone nella media o leggermente al di sopra che non si servivano di armature ipertecnoligiche come fulcro della risoluzione dei problemi che alla fine in una maniera o nell’altra emergevano e salvavano la situazione. Albo dopo albo.
Dylan Dog Arriva in questo 28 settembre di 32 anni fa a rompere il ritmo Bonelliano presentandosi come un indagatore dell’incubo sul filo del politicamente corretto dalla battuta sagace sempre pronta. Scrivi corretto e non scorretto perché Dylan Dog sa già che l’Italia dei lettori di fumetti lo eleggerà ad icona di stile e di figaggine da li a poco.
Quel suo vivere in una Londra in cui ad un certo punto decidono di spuntare mostri da ogni dove, il trovare ogni momento una pheega stratosferica da salvare (facendoci sesso 9 volte su 10), il girare con quel suo maggiolone scassato e trovarsi una spalla come Groucho faranno uscire il nostro well-loved dai canoni del Sergio che lo ha pensato, pur restando nei binari del suo stile, ma garantendogli un grosso rigonfiamento del portafogli.
Di quest’Alba dei morti viventi poi, questo fantomatico n.1, puoi solo dire che, quando sei riuscito a rubare la copia di tuo fratello (1990?91?) hai adorato tutto. Dalla prima pagina all’ultima. Non poteva esserci entrata migliore nella comunità dei fumettomani, secondo te. La donna da salvare, gli zombi, quella citazione del maestro George Romero:
Presentare quello come numero 1 non poteva essere l’incipit migliore per urlare al mondo “Ciao Emmeriga, ciao Giappi mangofili, questa è l’Italia che conta, quella della gente che quando ci crede davvero vi fa impacchettare superman, batman e alkira e li rispedisce da dove sono arrivati.
E’ ancora una volta con il petto gonfio di orgoglio assieme a chi può capire quello che stai scrivendo che oggi riapri quel numero 1 e sospiri per ogni tavola, ogni scelta di inquadratura ed un bianco e nero che non credi possa davvero mai tramontare.
Voto: 5/5
Fino al recente (si fa per dire) “Orfani” che tu hai adorato ed adori tutt’ora, la Bonelli ha fatto centro in quel 1986 in cui qualcuno passò nelle edicole e fu rapito da quella copertina lassù in prima pagina, con quella mano che usciva ed il Dylan impaurito che brandiva la sua fida sei colpi. No one can stop the underground gente. E per fortuna.
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