American Vandal stagione 2 (il meglio di Netflix secondo te#5 e 1/2)
Devi essere onesto. Che la si possa chiamare cacca, pupù o semplicemente merda, questa seconda stagione di “american vandal” non parte con il botto come la prima.
Certo, con la prima stagione ci si trova catapultati in un contesto nuovo per noi dello stivale, Lo stesso concetto di Mockumentary è di per se nuovo, mescolando i piani della fiction e del reale con quella nuova formula che ti scaraventa in quella realtà irreale che non ti aspetteresti. La teatralità degli accadimenti è così aderente ad una parete talmente sottile da non riuscire quasi a distinguerla.
E il rifiuto organico anfibio che fa da protagonista assieme al “bandito della cacca” (fantomatico teenager terrosista) in quest’altra scuola secondo te è voluto come metafora oltre che come catalizzatore degli accadimenti in se.
Ad investigare sul caso in questione e dietro alla macchina ci saranno sempre loro, Peter Maldonado e Sam Ecklund, i due teenager che nella timeline del film acquisiscono una certa notorietà dopo il caso dei peni e la storia di Dylan durante la prima stagione.
Questa volta, però, dopo i peni disegnati dallo squinternato di turno nel loro istituto il loro nemico giurato sarà un singolare antieroe che presto si farà conoscere come il "bandito della cacca", che saprà attirare le inimicizie della sua scuola tutta con un simpaticissimo gesto: diluirà nei dispenser di limonata della mensa un potentissimo diuretico, causando una defecata collettiva, dove tutti gli studenti espleteranno i loro bisogni per tutta la scuola. Personalmente ti fa ridere in maniera fragorosa il fatto che solo i più veloci raggiungeranno i bagni. Il restante 97% del corpo studentesco dovrà fare di necessità virtù, cagando praticamente per la scuola, riducendosi a farla per i corridoi.
l’impressione che viene fatto della pupù, come dicevi, ha stimolato metaforicamente la tua attenzione perché, come nell’altra stagione, alcuni eventi saranno coperti dall’omertà della direzione scolatica. E’ forse questo il vero aspetto che ti ha colpito. Non tanto chi si cagherà addosso, o assisterà ai 4 atti terroristici del bandoto, che in questa stagione più volte si farà vivo rinnovando il pathos di quando in quando.
L’investigazione di Peter arriverà a punti morti e a porte sbattute in fatta dai cosiddetti adulti, che come nella scorsa ragione avrà qualcosa da nascondere.
Anche in questo caso, e banchè tu anticipassi la partenza un po’lenta, l’avvicendarsi della storia (forse meno credibile ma secondo te comunque possibilista) sarà un crescendo che tiene attaccati e coinvolti fino all’ultima puntata. Troveremo un Peter leggermente più maturo e consapevole che, realizzando che il suo percorso intellettuale è quello, ha meno paura di smascherare la verità (e grazie, ora che la scuola non è la sua non rischia nemmeno l’espulsione) e ad ogni modo gli adulti sanno bene chi è e si guardano dal trattarlo palesemente male.
L’immagine generale che questa serie continua a dare è secondo te, il medesimo della stagione precedente, ma con un risultato più maturo e consapevole. La nostra società sta mutando in favore degli anni in cui l’unica maniera di informarsi è il social. Non ci sono più giri di informazioni ne’ passaparola. La verità è tutta li secondo chi crese in questi anni. È una verità fatta di likes, un surrogato di mondo in cui ognuno viene impacchettato fra i bit di informazioni e non appare per come realmente è, ma per come vorrebbe che il mondo lo vedesse. La reale realtà quindi si stratifica cercando consensi e smettendo di porci di fronte ad uno specchio se non quello nero del telefono un’attimo prima che lo accendiamo prima di cercare il prossimo like.
Queste doppie vite vissute in maniera così discrepante non lasciano più tempo ad un esame interiore e regalando quarti d’ora di gloria a perfetti sconosciuti che nascono, terrorizano e muoiono chi, dall’altra parte, è semplicemente invischiato in questo mare di merda (emh…appunto)
Voto: 5/5
Peter e Sam ancora una volta catalizzano l’attenzione forando la quarta parete e ponendoci sotto gli occhi questo mondo al cui interno viene presentata una magistrale fiction nella fiction nella fiction.
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